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Alaska

Regia di Claudio Cupellini vedi scheda film

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La recensione su Alaska

di mm40
7 stelle

L'italiano Fausto fa il cameriere in un albergo parigino nel quale incontra, a un casting di modelle, la francese Nadine. Sboccia l'amore e per difenderlo l'impulsivo Fausto si becca due anni di prigione. Al termine del periodo di detenzione Nadine lo attende ancora. La coppia si trasferisce a Milano, lui fa l'operaio e lei la modella, guadagnando molto; all'insaputa di Nadine però Fausto preleva denaro di lei per finanziare l'apertura dell'Alaska, locale chic, insieme a un socio poco di buono. I problemi grossi sono all'orizzonte.

 

Claudio Cupellini - anche sceneggiatore, insieme a Filippo Gravino e Guido Iuculano - aveva già dimostrato le sue ottime capacità in Una vita tranquilla (2010); affidandosi a interpreti di prima categoria (là c'era Toni Servillo, qui ci sono Elio Germano, Astrid Bergés-Frisbey e Valerio Binasco, tutti e tre in stato di grazia), il Nostro riprende qui la parabola del protagonista del precedente film all'insegna dell'eterna rinascita dalle macerie della vita, del ciclo perpetuo di costruzione e distruzione che ciascuno, sia pure a ritmi differenti, vive. Il ritmo dei personaggi di Alaska è accelerato in maniera parossistica, ma non per questo meno realistico o efficace; anzi, ciò che maggiormente colpisce nella scrittura del lavoro è la totale aderenza dei personaggi alla realtà, la grandiosa credibilità dei caratteri, per quanto se ne vedano in scena parecchi di simili (impulsivi, sfrontati, decisi, egocentrici) e la controparte di personaggi meno vivaci rimanga sempre in secondo piano anche dal punto di vista della descrizione psicologica. Due ore tonde di durata volano via in quest'opera che a conti fatti - finale accomodante escluso - vuole raccontare il crollo delle illusioni dell'età odierna, l'impossibilità di raggiungere standard socialmente imposti che sono assolutamente impossibili a concretizzarsi, semplicemente ideali. La storia d'amore al centro delle vicende è solo il grimaldello per forzare la trama e arrivare a dire tutto ciò; la creazione di tale storia è comunque di pregevole fattura, se si considera che Fausto e Nadine sono evidentemente la coppia più sbagliata che si potrebbe immaginare, ma nonostante ciò lo spettatore non fa che sperare nella loro riconciliazione. Non funziona così anche nella vita reale? Ruolo imponente da parte delle musiche (Pasquale Catalano), ben assortite; fra gli altri in scena si possono citare Elena Radonicich, Paolo Pierobon e, in una particina, Marco D'Amore che già era in Una vita tranquilla e nella serie tv Gomorra (2014), diretta anch'essa - fra gli altri - da Cupellini. Conclusione lapidaria: finalmente un bel film italiano.  7/10.

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