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Youth - La giovinezza

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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La recensione su Youth - La giovinezza

di rosario
8 stelle

Mastodontico,monumentale,a tratti anche statico nell'iperbolica descrizione di metafore che potrebbero apparire fredde ed intellettuali e molto distanti dall'Italian way de 'La Grande Bellezza' che a noi e' piaciuto un po' di piu'.Non disprezziamo pero' questa apoteosi cinematografica dell'ottimo Paolo Sorrentino,molto a suo agio nella filosofia ,nell'estetica e nell'etica cinematografiche meno nel montaggio ed in parte  nella scelta e nell'impostazione di un cast internazionale sicuramente ottimo ma  che il doppiaggio nostrano (nella versione italiana) depotenzia notevolmente nella resa filmica.

Michael Caine e Harvey Keitel sono  grandi 'mostri',due giganti della recitazione e qui' mimica,espressioni,tempi teatrali non mancano anzi abbondano e soddisfano il palato del cinefilo anche piu' esigente.

Lo script imposta bene quel senso di malessere vissuto potentemente da chiunque sia stato al top della propria carriera e abbia ormai raggiunto quella tardissima eta' che spegne interessi,successi,emozioni spesso proprio per responsabilita' dell'essere umano.

Diametralmente opposti i personaggi di Caine e Keitel sparano le ultime cartucce esistenziali in un resort estivo alquanto grigio e solitario,di sontuosa bellezza ed eleganza ma di estrema e plumbea freddezza.Spinto dal rimorso e dalla desolazione esistenziale il grandissimo ed internazionale direttore d'orchestra (Caine) e  dalla voglia di costruire il suo film testamento il regista dal passato glorioso (Keitel),i due personaggi chiave di 'Youth' lentamente ed inesorabilmente affronteranno il loro 'futuro terminale',con esito diametralmente opposto a quello che agognavano...dove c'era morte ci sara' vita e viceversa.Personaggi antitetici e speculari,l'uno la nemesi dell'altro,lasceranno quell'indelebile segno di immortalita' e 'giovinezza' sfidando e oltrepassando la morte ognuno a proprio modo.

Trame e sottotrame nel film non deconcentrano mai lo spettatore dai due mattatori assoluti,nonostante qualche lacuna nel montaggio;Rachel Weisz e Paul Dano sono infatti semplicemente un buon contorno alla portata principale,anche se due sono i momenti piu' belli ed indimenticabili del film:la sublime nudita' di Madalina Diana Ghenea (nel film una Miss Universo di straordinaria bellezza ed arguzia) ed il ruolo stratosferico di una favolosa Jane Fonda,nevrotica ed irriconoscente super-star cinematografica.

 

Non sappiamo se il lungometraggio otterra' gli stessi premi de 'La Grande Bellezza' ma a noi non e' affatto dispiaciuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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