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Youth - La giovinezza

Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film

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La recensione su Youth - La giovinezza

di steno79
7 stelle

Paolo Sorrentino è un regista che ha dato il meglio di se stesso in film come "Le conseguenze dell'amore" e "Il divo"; la tanto decantata "Grande bellezza" ad una prima visione mi aveva sedotto e strabiliato per molti versi, ma rivedendola più di recente sono apparse alcune crepe dovute a stereotipi grossolani e dialoghi supponenti in mezzo all'indubbio splendore delle immagini. Questo nuovo film sembra muoversi in una direzione abbastanza simile a quella della precedente pellicola: la trama non è particolarmente robusta, il protagonista interpretato da Michael Caine sembra ricordare Jep Gambardella nel suo elegante cinismo e scetticismo, l'ispirazione del regista si affida nuovamente ad immagini molto curate, ancora una volta firmate dal mago Luca Bigazzi e tendenti ad effetti grotteschi o volutamente "poetici" (Caine che dirige un coro di mucche). Rispetto al film Premio Oscar prevalgono i pregi o i difetti? Premesso che la questione non è proprio di importanza capitale, mi sembra che parecchi dei suoi fan stavolta gli hanno voltato le spalle, a giudicare dai commenti qui sul sito. Sorrentino gira bene, forse "troppo bene"? A tratti continua a fellineggiare ad oltranza? (ad esempio nella visione di Keitel di un gineceo che ricorda chiaramente l'harem di Guido Anselmi in Otto e mezzo). I dialoghi girano a vuoto, oppure sono troppo pieni di frasi ad effetto? (l'unica scena in cui appare Jane Fonda, al di là dell'ottima performance dell'attrice, risulta per dirla all'americana "quite overwritten"). Però non fermatevi a tutto ciò: Sorrentino ha una sua visione dell'esistenza che riesce a tradurre in immagini ancora appassionanti, per quanto non tutto funzioni, e sa dirigere molto bene gli attori. Nel cast spiccano icontributi di quasi tutti i protagonisti e comprimari, ritroviamo un Caine invecchiato ma degno dei suoi migliori momenti cinematografici, un Keitel che gli fa da spalla abilmente, senza strafare e una Rachel Weisz che ci regala un monologo a camera fissa sul suo volto da applausi. Dunque, io non sarei così radicale nella stroncatura, anche se si tratta probabilmente di un'opera di transizione... dal canto suo,  Sorrentino dovrebbe recuperare un po dell'entusiasmo degli esordi e giocare meno a fare il primo della classe.

Voto 7/10

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