Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
IL cinema di Sorrentino e' fatto d personaggi sfuggenti,di maschere indecifrabili,di comparse confuse di un non luogo.Anche qui si verifica questo:due amici settantenni in vacanza in un hotel sulle alpi, si interrogano sul futuro e esplorano il passato con ironia e distacco.E per una ora non accade nulla o quasi,se non l'abbandono della figlia del direttore di musica,da parte del marito belloccio che le preferisce una pop star sguaiata.Segue il confrotno scontro padre -figlia che e' una delle parti migliori.
Poi la deflagrazione,la scoperta,il ribaltamento di tutto, l'improvviso cambiamento come gia' accadde ne -L'uomo in piu' (il suo film piu' umano) e ne- Le conseguenze dell'amore.E accade quando il regista (un Keitel in grande forma) viene rimproverato da una sua vecchia attrice (Fonda) di non azzeccare piu' un film e lui ne resta sconvolto,pensando a come riparare,e se puo'davvero farlo.
C'e'la scena nel prato in cui lui ricorda e rievoca tutte le attrici scoperte da lui, ed e'veramente eccellente.
E poi verso il finale un po' particolare e' imprevisto, perche'succede che chi era pronto a scommettere sul futuro non si salva,mentre quello piu' apatico e rassegnato conoscera' nuovi stimoli.
Michael Caine e' eccezionale e sornione come sempre ed e' un piacere rivederlo.
Forse e' un film un po' kitch magari volutamente, e un po' trattenuto,con dialoghi scarni,essenziali, ma ha il pregio di illustrare da un altro punto di vista , quella solitudine cosi implacabile che diventa la vera protagonista del film.
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