Regia di Giorgio Molteni, Daniele Santamaria Maurizio vedi scheda film
L’aggregazione, il fanatismo, le azioni sovversive. Le connessioni, l’escalation, la strage. Un percorso sulle orme del Fronte della Gioventù che divenne NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) per destabilizzare il sistema Italia - con la copertura strategica della P2 - sfruttando a proprio vantaggio l’ondata terrorista delle Brigate Rosse. Argomento interessante, inflazionato ma sempre attuale, dato che i mandanti della carneficina alla stazione di Bologna evocata dal titolo restano ignoti, a differenza degli esecutori materiali. Peccato che il film, tanto nel linguaggio espressivo quanto nella fluidità narrativa, sia più assimilabile alla cattiva televisione (ben simboleggiata da Martina Colombari) che al cinema, presentando semplificazioni puerili di una storia ridotta a dramma da camera e filmata senza alcuna scelta di regia dotata di reale motivazione drammaturgica. Mentre la macchina da presa fluttua nel vuoto durante i dialoghi tra interpreti sui quali è meglio sorvolare, la sceneggiatura si appoggia ripetutamente a stralci di telegiornali d’epoca arcinoti in cerca di legittimazione. Peccato che, alla resa dei conti, sullo schermo scorrano una sorta di cortometraggi amatoriali e pasticcioni su attentati e complotti connessi dalle sole didascalie, a comporre un elenco degli avvenimenti principali legati ai NAR dal 1978 al 1982. Un bigino sulla storia politica dell’estrema destra il cui unico effetto, paradossale, è quello di depotenziarne il reale impatto drammatico sull’attualità politica italiana.
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