Regia di David Robert Mitchell vedi scheda film
Ho letto svariate recensioni positive su questa pellicola di David Robert Mitchell, da qualcuno anche definito il “miglior horror dell'ultimo decennio”. Premesso che è ormai ben chiaro che l'horror è un genere ormai morto da più di vent'anni (sarà anche per questo che è così semplice individuare una pellicola e definirla la migliore del suddetto genere in lustri ormai non prolifici) bisogna comunque far notare che, la pellicola in questione, contiene alcuni tratti distintivi degli horror che furono ma il loro rimodernato utilizzo, stride con la palese capacità di creare la paura pure e propria (effetto che non accadeva da tempi immemori) che induce lo spettatore a guardarsi più volte intorno per sfatare il pericolo che sembra sentir incombere costantemente. Questa totale concentrazione sullo sviluppo dell'orrore, fa forse distrarre il regista dalla sceneggiatura di cui finisce per contorcere la semplicità chiudendo il racconto con un finale netto, deciso, che lascia lo spettatore interdetto, come se avesse voluto concludere velocemente. Un racconto interessante e ben argomentato che sfrutta la scelta di attori sconosciuti, elemento cardine della maggior parte dei film del genere, che tendono a concentrare chi guarda sulla storia piuttosto che sui suoi interpreti. Nonostante tutto sembra mancare qualcosa, quel “qualcosa” necessario a classificarlo come il buon horror di cui sopra, quel “qualcosa” che non lo lasciasse cadere nello stesso baratro degli horror dimenticati degli ultimi decenni. In attesa di quel sequel, già annunciato, ahimè, che potrebbe riportarlo a galla o affondarlo definitivamente.
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