Regia di Gennaro Righelli vedi scheda film
Continuo del già non esaltaltante Abbasso la miseria, che ebbe un certo successo. Sceneggiato a più mani fra cui anche De Sica, fotografato da Aldo Tonti, intepreti ottimi, ma il film è un po' desolante e artificioso. La Magnani è sempre una grande attrice, ma ci vuole un regista che la sappia contenere e capire, qui è a ruota libera, con una trama scontatissima e vengono fuori tutti gli stereotipi del caso, che alla fine ci fanno stupire, perl'insulsezza e la noia.
Gioconda diventata di recente ricchissima, non sa distinguere i veri aristocratici, pensando che il suo denato la farà arrivare nel mondo dell'alta società e finirà per perdere tutto e ritornare alla sua botteguccia
Una delle sue prime caratterizzazioni, più o meno sempre con questo personaggio di pseudo aristocratico, poi lo vedremo nei films di Totò.
Ottimo caratterista, che però ha avuto sempre bisogno di una certa misura, venendo a un cinema dei telefoni bianchi, sempre eccessivo nelle sue espressioni. Lo vedremo benissimo in Pane amore e Fantasia e Gelosia, nella parte del prete.
Un De Sica in tono minore che non fa altro che donare lo charme di aristocratico, ma senza venature ironiche.
Una Magnani arcipadrona della scena e sembra si mangi il film, è una attrice enorme, anche nella commedia, ma la misura le doveva essere imposta.
Un regista mediocre sempre e qui più che mai. Il suo nome ricorre per il primo film parlato italiano "La Canzone dell'amore", qui era arrivato quasi alla fine della sua carriera
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