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American Ultra

Regia di Nima Nourizadeh vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su American Ultra

di miss brown
4 stelle

Contaminare i generi è un'arte, o per lo meno alto artigianato, che gli autori dimostrano qui di non saper padroneggiare. Film d'azione con intenti comici, sbraga nello stupido e nel ridicolo, umiliando le buone interpretazioni di Jesse Eisenberg e Kristen Stewart.

Mike Howell e Phebe Larson sono una simpatica coppia di strafattoni in un paesotto del West Virginia. Lui fa il commesso tuttofare in uno squallido supermercato perennemente deserto e riempie le ore disegnando fumetti su "Apollo, la Scimmia Atomica"; lei è impiegata in un ufficio cauzioni, ma più che altro gli fa da mamma e si prende cura di lui nei momenti di depressione e nei frequenti attacchi di panico. Strambi ma innocui, lo sceriffo locale ferma spesso la loro auto per perquisirla in cerca di acidi e funghi allucinogeni, ma gli è quasi affezionato: "Mike, dovresti lasciarci uno spazzolino da denti, giù da noi in centrale!"

A Langley l'ex dirigente CIA Victoria Lassiter, degradata a passacarte 5 anni fa dopo il congelamento di un suo progetto, è agitatissima: il suo viscido ex assistente vuole fare carriera e per farsi notare dai superiori ha deciso di chiudere definitivamente quella vecchia operazione.

Dà quindi ordine di ritrovare e "terminare" il nostro Mike: è infatti l'unico membro superstite di un fallito esperimento segreto di "potenziamento" chimico. A tutti gli altri soggetti si è fritto il cervello, le fobie e l'attuale stato confusionale di Mike sono invece la risposta ad un comando post-ipnotico di Victoria, che privandolo della memoria recente ha cercato di salvarlo.

Lei si sente responsabile, lo raggiunge al supermercato e gli recita una frase lunga e complessa: e il mite, inoffensivo Mike, anche se con qualche difficoltà, si "risveglia" come macchina da guerra. E meno male, perché ormai i "cattivi" lo hanno circondato.

 

Di questo film avevo letto una sinossi breve e visto il trailer. Incuriosita dal ricco cast, mi aspettavo comunque niente di più che un onesto action di serie B, roba che 30 anni fa sarebbe stata perfetta per Bruce Willis o Schwarzenegger. Invece c'è voluta una decina di minuti - con troppe fastidiose strizzatine d'occhi, battute recitata con lo sguardo in camera, spiritosaggini inopportune che mi facevano agitare sulla poltrona - per arrendermi al fatto che quello che stavo guardando avrebbe voluto in realtà essere la versione comica di THE BOURNE IDENTITY; e non riuscendoci è diventato un film ridicolo (il recensore del Times l'ha definito "The Bong Identity").

Contaminare i generi è un'arte, o per lo meno alto artigianato, che gli autori dimostrano qui di non saper padroneggiare.

Maggiore responsabile del misfatto è Max Landis (figlio del grande John), di professione sceneggiatore di fumetti e autore per il cinema del buon CHRONICLE, che aveva fatto ben sperare, seguito dal modestissimo VICTOR FRANKENSTEIN, che nemmeno il regista Paul McGuigan è riuscito a sollevare dalla mediocrità.

Decisamente più abile l'inglese Nima Nourizadeh, regista pubblicitario e di noti video musicali, passato ai lungometraggi con il più che dimenticabile PROJECT X. UNA FESTA CHE SPACCA. Qui se la cava bene tanto nelle acrobatiche scene d'azione (ordinaria amministrazione, con alcune idee brillanti) che in quelle intimistiche, le sole davvero ben riuscite, fra i due giovani protagonisti: lo stralunato Jesse Eisenberg e la bellissima Kristen Stewart sono semplicemente perfetti.

Quelle che invece non funzionano sono tutte le scene con gli operativi CIA, scritte davvero male, che puntano sullo spiritoso - e in sala non rideva nessuno - o di un tentato splatter del tutto privo di realismo. Completamente sprecati comprimari di lusso come Topher Grace (l'arrivista e isterico agente CIA), John Leguizamo (uno spacciatore davvero troppo sopra le righe) e il cattivissimo Walton Goggins: hanno l'aria di essersi divertiti molto, noi no. Nei panni di Victoria interpretazione sbiadita della notissima in Usa, molto meno da noi, attrice televisiva Connie Britton. E son qui a chiedermi per quale ragione Bill Pullman abbia accettato di recitare le sue 3-battute-3 di capo della CIA.

A contrapporsi al montaggio, mediocre e privo di ritmo, di due grandi veterani come Andrew Marcus e Bill Pankow (che delusione!), la notevole colonna sonora di Marcelo Zarvos e i notevolissimi, lunghi titoli di coda basati sul divertente fumetto "Apollo, la Scimmia Atomica", opera dello stesso Landis. 

Gli autori ci hanno provato ma qui mancano del tutto la gagliarda sfacciataggine di REDS, o lo sguardo diabolicamente ironico di MACHETE. C'è da chiedersi cosa ne sarebbe stato se il progetto fosse stato nelle ben più abili mani, ad esempio, di Robert Rodriguez o di Kevin Smith.

 

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