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Timbuktu

Regia di Abderrahmane Sissako vedi scheda film

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La recensione su Timbuktu

di leporello
8 stelle

Un film ricchissimo, pesante (guai se non lo fosse!) sotto tanti punti di vista, a partire dagli argomenti che offre per una riflessione “politica” che si fa sempre più stringente e sempre meno rinviabile. Gli spunti che offre Sissako sono difficili da enumerare, forse anche semplicemente da ricordare, se non a costo di uno sforzo ed una fatica che una visione (e ancor più una post-rielaborazione) di un film come questo richiede inevitabilmente, salvo ripagare appieno l’attenzione accordatagli.  Provo a metterne in fila alcuni tra quelli che più mi hanno colpito, sperando di non tediare troppo soprattutto coloro che non hanno ancora visto il film: gli animali (si apre e forse anche si chiude con la fuga di un cucciolo di gazzella spaventato), le armi (a centinaia, quintali, più numerosi dei granelli di sabbia), i telefoni cellulari (quattro o cinque in fila tutti insieme sulla scrivania del tribunale islamico), un lago (un fiume?) così basso che ci si cammina, le donne , da quelle date in sposa perché “Dio lo vuole” a quelle rimaste sole, da quelle pronte a farsi tagliare le mani a quelle che: “Conards!” sibilano  in faccia agli uomini stupidi che non sanno del terremoto cui sono scampate; e poi ancora la musica, il deserto, la partita a pallone senza pallone sulla quale  si potrebbe finire mai di parlare e scrivere...
Tanto più stupido (così stupido da essere a volte paradossalmente e involontariamente comico) è il manipolo di jihadisti multilanguage (che nulla riesce a opporre alle sagge parole del Corano spiegate loro dal capo della locale comunità religiosa), tanto più tragica  è la presenza innocente di piccoli asinelli che vagano autonomamente per il villaggio come fossero persone, ai quali, insieme alle mucche, ai pesci, ai galli e le caprette, forse viene chiesto di compiere il non facile esercizio di dimostrarsi all’altezza della somiglianza (ed immagine) di Dio, concetto il cui senso ogni grande religione  tenta vanamente di spiegare, e  che l’uomo non è ancora stato in grado, evidentemente,  di riuscire afferrare in pieno.
Un film semplicemente importante.

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