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The Lobster

Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film

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giansnow89

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Lobster

di giansnow89
7 stelle

Film senz'altro di grande effetto. Unica pecca, per il mio gusto personale, l'utilizzo di un linguaggio eccessivamente sboccato e di una volgarità spinta, senza i quali il messaggio sarebbe stato comunque chiaro, e il film ancor più esteticamente fruibile e gradevole.

C'è del sadismo disturbante in questo film, e c'è anche del genio: siamo di fronte a una proposta cinematografica di standard molto alto per visionarietà e potenza espressiva. Due modelli di società vengono presentati: entrambi egualmente deviati, grottescamente deformati, ed egualmente rappresentativi di alcune verità del nostro mondo. La vicenda comincia in un lussuoso resort, che di lussuoso ha giusto l'apparenza: si tratta invece di un'orrenda fabbrica di patimenti a metà fra i lager nazisti e la clinica dietetica di Fantozzi. Ivi vengono accolti per legge le persone solitarie, affinché trovino un'anima gemella entro 45 giorni, pena la trasformazione in un animale a loro scelta. Nessuno dei personaggi ha un nome: a malapena conosciamo il nome del protagonista, David (Farrell). L'identificazione dei solitari avviene solo tramite il numero ad essi associato, e attraverso le loro peculiarità e predilezioni. Come animali, essi ricevono un giusto premio ad ogni azione giusta, e una severa punizione ad ogni sgarro al rigido regolamento. E' vietato l'autoerotismo, è vietata ovviamente la fuga, catturare i solitari fuggiti elargisce invece dei giorni extra di permanenza nella struttura. I solitari vengono investiti da una solida macchina propagandistica, che tesse le lodi del vivere in coppia e gli svantaggi della vita in solitudine. Essi sono trattati come ingranaggi fallati di un sistema perfetto, che vanno aggiustati, ove possibile, o altrimenti gettati via. Il Sistema pretende che ciascuno ricopra il ruolo che gli è stato assegnato, all'interno di un superiore disegno di normalità accettata e condivisa. Un totalitarismo ordinatore che propugna l'omologazione come unico principio fondante della civiltà. Il dominio delle convenzioni sociali sull'individualità del singolo (e qui è difficile non vederci qualche carattere della nostra società). Il nostro David cerca dapprima di comprendere le regole del gioco, poi le applica, infine ne arguisce la mostruosità e fugge. Nella foresta incontra la comunità dei solitari. Uno si aspetterebbe a questo punto di trovare una società in cui la tolleranza, i valori identitari e i valori libertari hanno pieno diritto di cittadinanza, in opposizione alla dittatura vigente. E invece, dopo un freddo abbraccio di benvenuto della leader del gruppo, quasi a voler marcare un'alterità che non esiste, David scopre di essere finito dalla padella alla brace. Le regole sono le contrarie rispetto all'inferno di provenienza: sono severamente punibili flirt, baci, rapporti sessuali. Vige un comunismo traviato, all'interno del quale ognuno dei solitari è funzionale solo e soltanto alla perpetuazione della comunità. Il benessere individuale è proibito. 

 

Da una parte, un totalitarismo ideologico che obbliga il soggetto a vivere una vita non sua in nome di un codice condiviso non negoziabile. Dall'altra, un comunismo che accoglie le vittime del vorace moloch pseudocapitalistico, e le obbliga altresì a sacrificare la loro vita per garantire la sopravvivenza della società. In mezzo, il malcapitato David, che non ha trovato l'anima gemella quando avrebbe dovuto, e la trova quando non dovrebbe. Di qui, la tragedia e l'assurdità di un mondo sbagliato. Fortunatamente inesistente. Forse. 

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