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1981: Indagine a New York

Regia di J.C. Chandor vedi scheda film

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La recensione su 1981: Indagine a New York

di logos
8 stelle

Trama

In una New York del 1981, l’intraprendente Abel Morales ( Oscar Isaac ),  proprietario di una compagnia distributrice di carburante, oltre a non essere ben accetto dalla concorrenza, si ritrova a subire i colpi di alcuni criminali che dirottano i suoi autocarri per carpirne l’olio combustibile. Ma Abel è convinto che solo con la costanza del coraggio sia possibile mostrare una forza morale dissuasiva, e incoraggia il giovane Julian, suo sottoposto, reduce da un dirottamento in cui è stato malmenato a sangue, a riprendere il suo lavoro di camionista, per il bene di se stesso e della compagnia.

 

In questo contesto, già di per sé molto teso, si aggiunge anche l’inchiesta in corso del procuratore Lawrence, determinato a stilare capi d’accusa sulla compagnia per evasione fiscale, concorrenza sleale e altri illeciti contabili, nonché l’intimidazione alla famiglia, esercitata da un avventore che si introduce furtivamente nella casa. La moglie di Abele, Anna Morales, stanca di tutta questa tensione, esorta il marito a esercitare una difesa armata dei suoi camionisti, ricorrendo anche a autorizzazioni illegali, ma Abel non cede, perché teme che un’iniziativa del genere metterebbe a repentaglio la compagnia da un punto di vista giudiziario.

 

Non a caso le cose si complicano quando il giovano Julian, di fronte all’ennesimo tentativo di dirottamento, usa per difendersi una pistola e fugge all’inseguimento della polizia. Di fronte a questi nuovi eventi, e una procura che diventa sempre più pressante, anche la banca decide di non eseguire il prestito già accordato ad Abel per l’acquisto di un terminale per olio combustibile, che consentirebbe alla compagnia di importare direttamente il combustibile dalle navi e conservalo in cisterne capienti per poterlo vendere a prezzi concorrenziali.  D’altra pare il contratto per l’acquisto è già stato avviato con un acconto del 40 per cento sull’intera proprietà, con l’accordo di chiuderlo entro 30 giorni. Il tempo dunque non è dalla parte di Abel, i camion continuano a essere dirottati con il furto di carburante, e il giorno per onorare il contratto nel frattempo si avvicina; in pratica gli necessitano 1,5 milioni di dollari per ottenere la proprietà.

 

A questo punto, non potendo rivolgersi alle banche, non gli resta altro che rimediare un accordo con un finanziatore che gli concede un prestito di 500.000 dollari con un interesse del 20 per cento e l’obbligo di partecipare agli utili della compagnia per cinque anni. E’ una mossa disperata ma per Abel necessaria, e nel frattempo riesce a ottenere altri 200.000 dollari dal fratello ipotecando temporaneamente un condominio di cui sono entrambi titolari. Tutto sembra piegare la sua volontà, tant’è che altri dirottatori si impadroniscono di un ennesimo camion, ma la fortuna vuole che Abel riesca a intercettarli e a inseguirli; finalmente il camion durante l’inseguimento subisce un incidente, uno dei dirottatori muore mentre l’altro viene braccato da Abel, e sotto la minaccia di ucciderlo gli estorce una rivelazione fondamentale, vale a dire che lavora per conto proprio ma ha venduto la sua ultima spedizione a uno stabilimento dei suoi concorrenti; a questo punto Abel, sapendo esattamente a quanto ammonta il quantitativo di carburante rubato presente nella stazione indicatagli dal dirottatore per aver salva la vita, va direttamente dal concorrente suddetto minacciandolo di allertare le autorità  se non gli rimborsa il combustibile per un equivalente di circa 200.000 dollari. Mancano ancora 600.000 dollari, che la moglie, in accordo con l’avvocato della compagnia, aveva anno per anno sottratto alla compagnia come fondo in nero di riserva in caso di estrema necessità. Lì per lì Abel si percepisce come un evasore, ma poi accetta, realizzando il suo sogno.

 

A conti fatti, e dopo tanti altri eventi che non sto a raccontare, resta il peso dell’inchiesta del procuratore, e in una ripresa in cui Abel e il procuratore parlano a tu per tu, quest’ultimo gli fa esattamente capire che le indagini possono naturalmente scomparire perché oramai la compagnia di Abel, diventando indipendente e competitiva, avrà sicuramente una vita facile e potente, in grado di essere influente anche a livello politico, in particolare a favore del procuratore stesso.

 

Riflessione

Questa è la trama, o almeno quello che ho tentato di capire, data la sua complessità soprattutto sul versante economico-finanziario-giudiziario. Ma ciò che colpisce in questo film è, innanzitutto, l’immagine sulla città, davvero restituita per quello che era in quegli anni di reaganiana memoria; in più l’attenzione è rivolta agli aspetti psicologici della violenza, ai rapporti che si incrinano e poi si riprendono tra Abel e sua moglie, il tutto ripreso con convincente realismo; così come è lucida l’analisi dei rapporti oscuri tra i vari imprenditori, mossi da spietata sopravvivenza e nessuna pietà gli uni per gli altri. Non c'è alcuna violenza roccambolesca, e neanche dinamiche che alludano a figure tipo Al Pacino o De Niro, ma solo una ripresa, lenta nella sua velocità, di dinamiche spietate colte con sapiente realismo, capace di muoversi su più piani (da quello affettivo, giudiziario, criminale) con assoluta agilità, e senza mai tralasciare l'obiettivo sull'esistenza di Abel e del suo mondo, ingenuo e determinato, in certi punti estraneo a se stesso.

In tutto questo contesto di corruzione, intimidazione e assenza di moralità, si leva dunque la figura di Abel, che non viene mostrata nella sua algida bontà, ma anch’essa con naturalezza, con le sue qualità ma anche con le sue ossessione del self made man, pronto a rischiare tutto, anche la vita stessa dei suoi sottoposti, della famiglia e della propria, per realizzare il suo sogno, che poi in definitiva, neanche lui sa con precisione a che cosa serva. A un certo punto il suo avvocato gli chiede ma perché spendere così tanta fatica per realizzare tutta questa ricchezza economica, ma Abel a questa domanda non sa rispondere, e rimane muto nella sua borghese attiva coscienziosità rispettabile.

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