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1981: Indagine a New York

Regia di J.C. Chandor vedi scheda film

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La recensione su 1981: Indagine a New York

di maurizio73
5 stelle

Più interessato a costruire l'epica minimalista di una virtù eroica in un mondo dominato dalla violenza e dalla sopraffazione che a restituirci il quadro di un credibile spaccato metropolitano, il film sembra mettere in stallo i suoi diversi fronti trascinandosi verso un finale in cui i nodi si risolvono quasi senza il contributo dell'azione.

Grossista di carburanti nella New York degli anni '80, l'intraprendente Abel Morales è un immigrato latino che ha sposato la bella figlia di un boss di Brooklyn e che tenta di espandersi entro gli angusti confini della legalità e delle regole. Quando una serie di attentati della concorrenza ed un'inchiesta della procura distrettuale rischiano di gettarlo sul lastrico, dovrà agire rapidamente per scongiurare la bancarotta e mettere in salvo quel che resta del suo improbabile ideale del sogno americano.

 

locandina

1981: Indagine a New York (2014): locandina

 

Da un'idea di sceneggiatura che sembra portarci indietro ad un cinema di denuncia sociale affrontato con gli strumenti di un cinema di genere neanche tanto originale, il talentuoso J. C. Chandor si dimostra ancora una volta regista poliedrico nel cimentarsi con un dramma scorsesiano che imbastisce una contrapposizione etica appena sfumata, facendo delle credibili ambientazioni newyorkesi e della caratterizzazione dei personaggi il suo principale punto di forza. Eccessivamente compassato nelle scelte di una messa in scena che predilige i dialoghi alle sequenze d'azione e in un montaggio che assembla senza sussulti le scabre vicissitudini di un personaggio principale presente una scena sì e nell'altra pure, la storia si sviluppa come la lenta discesa agli inferi e ritorno di un raro esempio di rettitudine morale nella città degli inganni e della corruzione, vero esempio di self-made-man di origini latine che non ostante i discutibili parenti della consorte, il gioco sporco di una concorrenza sleale e le avversioni del solito procuratore distrettuale sotto ricatto plebiscitario si ostina nel declinare il singolare ideale di un sogno americano fondato sulla totale abnegazione al duro lavoro e sullo strenuo rifiuto di ogni forma di compromesso. Più interessato a costruire la tragica epica minimalista di una virtù eroica in un mondo dominato dalla violenza e dalla sopraffazione che a restituirci il quadro di un credibile spaccato metropolitano (non ostante le premesse del titolo e la didascalia dell'incipit), il film rischia di perdere mordente e forza nell'addossare la croce quasi escusivamente sulle spalle del pur bravo e taurino Oscar Isaac costretto a fare i salti mortali per sbarcare il lunario: dalla formazione e instradamento del personale alla ricerca di finanziamenti, dalla sedazione di belligeranti rivolte sindacali alle indagini sui furti di carburante, dalla sordina ad una moglie con troppe risorse nascoste (che vuole fare l'uomo di casa) alla difesa da un procuratore nero con facili ambizioni di carriera. Il problema vero è che J. C. Chandor non è M.Scorsese e O.Isaac non è R.De Niro ed il film sembra mettere in stallo i suoi diversi fronti trascinandosi scialbamente verso un finale in cui i nodi si risolvono quasi senza il contributo dell'azione (fatta eccezione per una bella sequenza di inseguimento lungo un tunnel della metro che finisce alla fermata di New Utrecht Avenue e del montaggio incrociato del doppio attentato all'autista ed al rappresentante) e dove l'ottusa morale di un imprenditore tutto d'un pezzo è salva anche al costo della vita di un ex dipendente suicida con moglie a carico (vabbè?!!). What Price Honesty! verrebbe da dire, sempre che il finale non sia tutto negativo e che gli immobiliaristi ebrei ti possano congedare con un caloroso e beneagurante 'Mazel Tov'. Belle le ricostruzioni d'ambiente e l'ottima fotografia di Bradford Young come pure le prove degli attori, tra cui la presenza di una conturbante fuoriclasse come Jessica Chastain giustamente insignita di diversi riconoscimenti dalla critica americana e candidata ai Globe 2015 come  miglior attrice non protagonista. Flop al box office interno, esce in Italia dopo un anno e mezzo solo dal 4 febbraio 2016 in evidente ricerca di riscatto.

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