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Starry Eyes

Regia di Kevin Kolsch, Dennis Widmyer vedi scheda film

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La recensione su Starry Eyes

di maghella
8 stelle

Il tuo volto sarà su una locandina. La locandina sarà su una parete. La parete di un ingresso, un ingresso di un cinema. Un cinema con una insegna: “The Silver Screem”!”

locandina

Starry Eyes (2014): locandina

Hollywood. Sarah è una giovane attrice di talento, che passa da un casting all'altro in cerca di una parte giusta. Per pagarsi l'affitto di un piccolo appartamento che condivide con la sua amica Tracy, fa la cameriera in un locale di Hollywood. Nel tempo libero trascorre le serata con gli amici, tutti giovani registi e attori in cerca dell'occasione giusta come lei. Finalmente Sarah approda al provino giusto per la parte di protagonista di un film horror: The Silver Screem.

L'”Astraeus Pictures”, la casa di produzione del film, appare subito anomala, le richieste che le vengono fatte non sono quelle normali di un normale provino. Sarah passa la prima selezione grazie ad una crisi di nervi autentica in cui si strappa i capelli, mentre nella seconda audizione accetta di spogliarsi e “lasciarsi andare”.

Sarà con la conoscenza del produttore in persona che Sarah capisce che per ottenere la parte e il successo, dovrà accettare alcuni compromessi e “aprire finalmente i cancelli per poter salire al cielo”.

 

Starry Eyes è il classico esempio di “nuovo linguaggio horror” che tanto mi piace. Uno stile narrativo che ricorda molto quello utilizzato in “May” di Lucky McKee. Il film non usa il classico schema del racconto horror cinematografico, il malessere che viene esposto è intimo, il male parte dal profondo della protagonista e il terrore nasce piano piano, nel momento in cui la parte oscura (e fino ad allora ben nascosta) si manifesta in Sarah.

 

Sarah è una ragazza timida e molto riservata, sa di avere talento ma accetta continui compromessi per portare avanti una vita della quale non è soddisfatta. Ha amici che comunque non la prendono sul serio, che la rendono insicura con sottili critiche, che non la fanno crescere. Anche il datore di lavoro, apparentemente comprensivo, la vuole inchiodare al suo posto di cameriera, non mostrando la minima fiducia nelle sue doti attoriali. L'incontro con il produttore dell'Astraeus Pictures sarà decisivo per iniziare la mutazione nella nuova Sarah, quella tenuta nascosta sino a quel momento, quella che si auto puniva con crisi isteriche violente quando non otteneva ciò che voleva. Per arrivare alla mutazione completa, Sarah affronterà tutti i suoi demoni più intimi, e avrà visioni di ciò che otterrà alla fine se ascolterà ciò che le viene indicato dalla Produzione.

 

Un film inizialmente solo drammatico, cresce nel secondo tempo con le tinte più horror. Un film che denuncia ferocemente non solo il mondo dell'industria cinematografica hollywoodiana, ma anche quella sottile ipocrisia che si nasconde in un finto perbenismo e in una morale bigotta, che rende (in questo caso) gli amici di Sarah poco comprensivi e amichevoli. Sarah non è un personaggio positivo, l'iniziale empatia che si prova nei suoi confronti lascia lo spazio allo sbigottimento che si ha nel vederla trasformata nella sua nuova (?) vera (?) essenza. Questo, a mio parere, il vero messaggio horror di questo bellissimo film.

 

Non mancano naturalmente ottime scene al limite dello splatter, che in più punti mi hanno fatto chiudere gli occhi. Sarah oramai liberatasi da tutte le sue inibizioni, una volta che ha smesso di lottare con i suoi limiti e le sue maschere, sfoga tutta la sua rabbia nei confronti di chi l'ha (in qualche modo) tradita con pettegolezzi e cattiverie gratuite.

 

Il film è curato in ogni particolare. I dialoghi, anche quelli apparentemente meno “importanti”, fanno comprendere al meglio la psicologia dei personaggi, e contribuiscono a creare una continua tensione.

 

Bravi tutti gli attori, ovviamente bravissima la protagonista -Alex(andra) Essoe, dal corpo magrissimo ed esile che nasconde una forza nascosta, perfetta per la parte del “bruco che si trasforma in farfalla” in una farfalla che sarà una nuova dea della corruzione: “Il tuo volto sarà su una locandina. La locandina sarà su una parete. La parete di un ingresso, un ingresso di un cinema. Un cinema con una insegna: “The Silver Screem”!”

Kevin Kolsch, Dennis Widmyer

Starry Eyes (2014): Kevin Kolsch, Dennis Widmyer

 

 

 

 

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