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Mia madre

Regia di Nanni Moretti vedi scheda film

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La recensione su Mia madre

di EightAndHalf
8 stelle

Mia madre è un film di ferrea delicatezza. Sgrammaticato, sì, ma in maniera tenue e placida, inavvertibile, quasi silenzioso e intimo, profondamente personale con un rincaro sottile, ma comunque consueto, di autoironia. Una pellicola lenta, fluida, dall'evidente consecutio temporum ma allo stesso tempo come divagante in un tempo della tristezza e della disperazione che non riescono a farsi ammutolire dalla rassegnazione e dalla consapevolezza. Niente svolazzi per la regia di Moretti, ottimamente invisibile, possibilmente confusa per una regia più piatta del solito ma in realtà attenta e mirata. Stupisce in particolar modo l'attenzione per gli spazi, e per tempi cinematografici che, tipici del suo cinema e allentati solo in alcuni film come in La stanza del figlio, trovano finalmente una felice comunione con il dramma e la mestizia personali, cosa che nel film sovracitato non riusciva in maniera così matura, almeno, e concisa. Mia madre  è essenziale e antispettacolare, ed è un film che indaga, senza giungere a nessuna conclusione, ma lasciando con il vuoto che lascia una persona cara, un vuoto silenzioso e senza fracassi, piagnestei, nevrosi. Una quotidianità reale in cui Margherita è smarrita e sperduta, forse perché banalmente confusa dal crollare di un punto di riferimento, forse perché curiosamente conscia, improvvisamente, dell'inavvertito spreco che fa dei suoi affetti.

 

Margherita Buy, Pietro Ragusa

Mia madre (2015): Margherita Buy, Pietro Ragusa

 

Mia madre non è un film da grande pubblico, è indefinito, non ha nulla di edificante (tant'è che i suoi personaggi non evolvono né involvono, vivono tra le situazioni), agisce con sensibilità e non è nemmeno particolarmente allegerito dalla presenza "comica" (si fa per dire, comica vuole essere solo collateralmente) di John Turturro, simpatico e odioso attore straniero giunto per il nuovo film della regista Margherita. In occasione del suo arrivo, la nostra protagonista comprende lo sfuggire inesorabile della situazione, la devastazione che sta avvenendo tra i suoi schemi esistenziali che girano a vuoto senza continuità di sorta. Una devastazione che lei vorrebbe accompagnare, per cercare la novità e una nuova spinta verso una maggiore completezza, ma che si ripiega sulle solite frasi, sui soliti modi di lavorare, sui soliti modi di voler bene. Mia madre  è un film sull'incapacità di cambiare, un film che lascia insoddisfatti. Un film semplice e complesso al contempo, profondamente d'Autore e profondamente umano. L'esistenza si conduce tramite ridondanze che sfiorano il ridicolo, l'ameno, ma anche l'indecifrabile, cosa di cui ci accorgiamo nei momenti meno prevedibili. Perché tutto quello che ripete da sempre, e che fa da sempre, in realtà, Margherita, non l'hai mai capito - lo dice lei stessa -, e probabilmente non lo capirà. Potrà solo girare a vuoto, affidandosi ai piccoli gesti. Cosa ci sia dietro se stessa, è ciò che lei meno comprende. Forse c'è tutto, o forse non c'è niente, questo Moretti non ce lo dice. Manco a dirlo: è evidente che il regista parli di se stesso.

 

Nanni Moretti

Mia madre (2015): Nanni Moretti

 

Mia madre è un film con un curioso gioco di identificazioni. Margherita è la protagonista mentre Giovanni (Nanni Moretti) ha un ruolo secondario, il fratello, di cui però vediamo alcune parentesi molto evocative, inserite nel tessuto filmico con una apparente spontaneità che non ce la conta giusta. Il ruolo che la Buy assume è il ruolo di Nanni Moretti, è evidente, ma è di una vita reale, e di preoccupazioni reali, quello di cui si parla, dunque la costruzione del personaggio declina verso un'interessante riflessione sulla recitazione: tra le cose che Margherita ripete sempre ai suoi attori è di "non dimenticarsi mai di se stessi, ma di interpretare e vivere al contempo, stare accanto al personaggio". L'idea di mantenere buona parte della propria realtà in ciò che si fa "per finta", al Cinema, nella recitazione, è lo specchio riflesso e deformato del dilemma bipolare in cui scivola, lentamente, Margherita (e, dunque, specchio riflesso dell'intero film, che è un continuo scambio fra reale - ciò che è sordo e invisibile - e profilmico). E' una condizione che può essere interpretata in più modi: o nella costante variazione di situazioni nelle quali la protagonista si ritrova a vivere (alternanza continua fra la camera d'ospedale della madre e il set dove lei gira un film socialmente impegnato); o nel curioso gioco di nomi, per il quale sia Margherita che Giovanni sono interpretati rispettivamente da Margherita Buy e Nanni Moretti (certo non un caso); oppure ancora nel ruolo che Margherita impone a se stessa per illudere il suo Io. In tutto il film il suo comportamento è dubbio e passa per scarti improvvisi (sineddoche della regia di Moretti), si domanda del ruolo degli altri e improvvisamente si ritrova di fronte a se stessa. E solo verso il finale qualcuno dice a lei come lei veramente è, e conoscere se stessi non è certo un qualcosa di consolatorio, di liberatorio. 

 

Margherita Buy

Mia madre (2015): Margherita Buy

 

Mia madre di Moretti non cerca interpretazioni psicanalitiche, sociologiche, va al passo con i sentimenti, ma non li traduce in piagnistei vittimistici o in facili drammi. Piuttosto, il nuovo film di Moretti aggancia l'attenzione dello spettatore con momenti che sfiorano il grottesco (rari, esilaranti, sprazzi di nonsense raffinato), con una recitazione particolarissima da parte degli attori (che prima lascia spiazzati e dà quasi l'idea di dilettantismo, poi si rivela ben altro), attraverso un delicato modo di astrarre la realtà e di trasfigurarla senza onirismi, ma assumendo ritmi sincopati, rallentati, blandi. Si chiede un "ritorno alla realtà", lo invoca anche l'attore interpretato da John Turturro, ma il ritorno alla realtà è uno stadio della consapevolezza che non può lasciare davvero soddisfatti. Ecco dunque che un primo piano, quello finale, brevissimo, istantaneo, rivela proprio questo, una conquista che è una disfatta, un crollo, coincidente con la palpabile terribile perdita della madre: un film su ciò che ci sfugge di noi stessi.

E Nanni Moretti, nonostante tutto, cambia.

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