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Stella Cadente

Regia di Luis Miñarro vedi scheda film

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La recensione su Stella Cadente

di degoffro
1 stelle

32 TFF AFTER HOURS “Riuscirò a capirlo?” domanda la moglie di Amedeo di Savoia, re di Spagna, verso il finale del film. Quesito legittimo anche per lo spettatore, soprattutto dopo aver letto l’incredibile presentazione che ne viene fatta sul catalogo del Festival, da sola capace di incutere spavento: “L’impraticabilità del potere per l’esordio dietro la macchina da presa del produttore di Lisandro Alonso e Apichatpong Weerasethakul, che guarda al languore plastico di Greenway, all’astrazione di Jarman e al cinema di Albert Serra.” Qui di impraticabile c’è solo il senso del film alla cui fine si arriva stremati dopo 100 minuti insostenibili. Tra sequenze erotiche ormai celebri (la masturbazione con un melone di Lorenzo Balducci), inattesi siparietti danzanti e musicali in cui è impossibile trattenere le risate, dialoghi di una legnosità e di un patetismo che non si trovano più nemmeno nelle telenovelas, una recitazione ingessata e poco credibile, una messa in scena che vorrebbe citare i grandi ma ne è solo una pacchiana, involuta ed irriguardosa imitazione, e alcune riflessioni di una lucidità illuminante (“L’origine del mondo” recita pomposamente la voce fuori campo mentre un bel primo piano inquadra il pisello di Balducci), “Stella cadente” si rivela in tutta la sua pochezza, presunzione e pretenziosità. Il voler essere originali e bizzarri ad ogni costo (ci sono anche un pavone che compare all’improvviso nella stanza del re e una tartaruga tempestata di pietre preziose) produce risultati nefasti, indigesti e sconfortanti. Non si può prendere sul serio robaccia come questa, talmente insulsa, folle e sconclusionata da lasciare il forte dubbio che il tutto sia voluto e studiato con ricercata e compiaciuta consapevolezza. Il che rende l’operazione ancor più irritante, fastidiosa e respingente. Probabilmente certo cinema surrealista non fa per me, ma biografie di tal fatta fanno rimpiangere persino polpettoni come “Jefferson in Paris”. Indifendibile. In sala, durante la visione, evacuazione di massa.

Voto: 0

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