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Onirica

Regia di Lech Majewski vedi scheda film

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La recensione su Onirica

di FilmTv Rivista
8 stelle

Dopo le calli di Venezia percorse in quell’home movie fiction che era The Garden of Earthly Delights, dopo quell’inedita evoluzione spettacolare dei critofilm di Ragghianti e dei documentari d’arte di Emmer che era I colori della passione, Majewski continua a guardare all’Italia. E dopo Il giardino delle delizie di Bosch e Salita al Calvario di Bruegel, cerca un dialogo con La Divina Commedia. Adam, studioso di poesia simbolista, è il superstite di un incidente in cui sono deceduti l’amata e un amico. Per questo sceglie di rinchiudersi in sé, di dimenticarsi, di lavorare in un supermercato. S’addormenta di continuo, confonde sonno e veglia. E, mentre in cuffia ascolta Dante recitato, lotta per rivedere la propria defunta Beatrice. Sogna.

 

Onirica è un altro film contro la morte, un altro mélo disperato, necessariamente formalista: la tensione che lo muove, e che lo tiene, è quella che si crea tra la caducità dell’uomo e l’eternità dell’arte, tra le domande di uno e le risposte dell’altra, tra la singolarità del presente e gli esempi del passato. Tra le immagini di un tg e quelle di un cinema pittorico, le icone di un supermercato e quelle di una cattedrale. Tra il tragico nonsenso della cronaca (l’alluvione in Polonia del 2010) e i significati universali della poesia, l’involuzione dei simboli e la dimensione sociale. Dialoghi lirici che riecheggiano Guerra e Antonioni, omaggi a Fellini, un cammino audiovisivo di superba maestria compositiva: tableux vivants alla ricerca arrancante di un senso.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 15 del 2014

Autore: Giulio Sangiorgio

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