Regia di Claudia Richarz, Ulrike Zimmermann vedi scheda film
Ve lo ricordate Benigni nell'edizione di Fantastico 12? La puntata in cui, scherzando con la Carrà, attaccò un monologo poi diventato celebre: "La passerotta ... la mona ... la picchia ... la crepaccia ... la buchiacca ... […] La tacchina ... la topa, la sorca... la patonza. È bellissimo! La patonza, la bernarda, la gnocca, la gnacchera ... l'anonima sequestri ... quelli medici: la vagina ... la vulva. Oh ... la vulva fa paura! Guarda che vulva! 740 Turbo diesel". E proprio di vulva parla questo documentario tedesco che affronta molto seriamente l'argomento chiamandone in causa le sfaccettature più diverse: dall'ossessione delle giovanissime per la depilazione a quella delle più grandicelle per eventuali asimmetrie e sproporzioni, tali per cui il ricorso alla labioplastica sta diventando sempre più frequente negli studi di chirurgia estetica. Non mancano poi i riferimenti all'arte, alla storia, alle differenze culturali in termini antropologici (l'infibulazione, la clitoridectomia) e sociologici. Un excursus a tutto tondo interessante ma mai sufficientemente approfondito, che semina tracce in molti ambiti disciplinari limitandosi a registrare e lasciando sulle quinte le ragioni delle più disparate prospettive riguardanti la vagina. Il tutto in assenza di un tracciato filmico minimamente creativo.
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