Regia di Baltasar Kormákur vedi scheda film
“Ispirato da una serie di incredibili eventi accaduti durante una pericolosa spedizione volta a raggiungere la vetta della montagna più alta del mondo, Everest documenta le avversità del viaggio di due diverse spedizioni sfidate oltre i loro limiti da una delle più feroci tempeste di neve mai affrontate dall'uomo”.
L'ultimo lavoro del regista islandese Baltasar Kormákur è quello che si può definire un vero e proprio Blockbuster; con attori di forte richiamo come Jake Gyllenhaal e Keira Knightley (qui uno dei punti deboli del film e che per fortuna occupa una parte marginale), una storia (vera) affascinante e tanti dollaroni per scenografie ed effetti speciali, sui quali il film punta quasi tutte le sue carte.
A risentirne sono sicuramente i dialoghi che risultano spesso rivisti e scontati. L'ormai celebre frase presa di mira ovunque: “L'essere umano non è fatto per funzionare alla quota di crociera di un 747” è un rapido esempio di enfatizzazione classica hollywoodiana che cade involontariamente nel ridicolo, soprattutto dopo una seconda o terza visione del film.
Inoltre la storia lacrimosa della figlia (altra furbata che era sicuramente meglio evitare) affossa più volte lo spirito avventuroso che si respira durante tutto il film.
A funzionare benissimo sono infatti le atmosfere, che quando mettono la montagna in primo piano non possono non affascinare.
Incredibilmente ottima la ricostruzione scenica; buona la regia vertiginosa e un paio di scene veramente azzeccate.
Odiato a Venezia probabilmente per la sua natura da blockbuster, Everest è a mio parere un buon film di intrattenimento, che cade più volte su una sceneggiatura poco curata e troppo furba verso il finale, ma che offre un'esperienza visiva innegabilmente potente.
Chi come me ama i film sulla montagna deve assolutamente concedergli una visione.
Sull'argomento consiglio al volo il documentario "La morte sospesa" (Touching the Void).
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