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Ex Machina

Regia di Alex Garland vedi scheda film

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La recensione su Ex Machina

di munnyedwards
8 stelle

Un giorno le intelligenze artificiali ci guarderanno proprio come noi guardiamo gli scheletri fossili delle pianure africane, una scimmia eretta che vive nella polvere, con un linguaggio e utensili primitivi...predisposta all’estinzione.”

 

Natura primordiale, incontaminato scenario di essenziale purezza, un paradiso in terra dove l’uomo evoluto si trasforma in divinità sperimentando il potere instabile della creazione, spinto dall’ambizione di osservare un futuro possibile, probabile, imminente o forse ancora lontano.

Scienza e tecnologia sono i vettori di un percorso obbligato, due linee parallele che conducono “oltre” generando molteplici e meravigliosi scenari, possibilità infinite e illusorie, esperimenti da testare nel vano tentativo di individuare un barlume di coscienza, nella speranza di imprimere la vita dentro la macchina.

Volere è potere ma il gioco presenta i suoi rischi, l’AI (Artificial Intelligence) è un fluido e sgargiante artificio, una magia moderna, un Frankenstein dalle forme femminili e dagli occhi sinceri, occhi che sprigionano emozioni rivelando una conoscenza del mondo che la circonda, quindi la consapevolezza della sua natura mutata, la realtà indiscutibile della sua esistenza.

Ma una forma evoluta di intelligenza artificiale può essere testata?

 

locandina

Ex Machina (2015): locandina

 

A questa domanda cerca una risposta Nathan (Oscar Isaac), guru della BlueBook e geniale programmatore, la sua mente non comune lavora senza sosta in un bunker segreto, un luogo inaccessibile dove lo scienziato ha messo a punto un prototipo di AI molto avanzato, si chiama Ava (Alicia Vikander), un robot dalle sembianze femminili pronto per un ultimo ma decisivo esame.

Per svolgere questo importante compito viene chiamato il giovane Caleb (Domhnall Gleeson), dipendente della BlueBook che vince una specie di concorso a premi, trascorrerà 6 giorni nella tenuta segreta del grande Nathan, un privilegio unico oltre che una grande opportunità lavorativa.

Il test di Turing è solo una base da cui partire, l’uomo deve capire se sta interagendo con una macchina oppure no, nel caso specifico l’esame è più complesso visto che Ava viene presentata a Caleb nelle sue sembianze robotiche, per cui l’operazione richiede un approccio diverso, uno studio più complesso.

A_B_C (uomo – uomo – macchina), tre figure per un esperimento che presenta fin dal principio delle anomalie, delle incongruenze, delle verità nascoste, qual’è il vero obiettivo di Nathan? Come può Caleb restare indifferente al fascino di Ava, ma sopratutto chi è il vero elemento da testare?

 

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Ex Machina segna l’esordio dietro la macchina da presa di Alex Garland, un nome che non è nuovo agli appassionati di sci-fi/horror, il neo regista britannico è infatti l’autore di diverse sceneggiature tra le quali spiccano quelle per 28 giorni dopo, Sunshine e Non lasciarmi, stavolta il film se lo scrive e dirige da solo, dimostrando notevoli qualità formali, oltre che un ottima capacità nella gestione dei tempi narrativi e nello studio dei personaggi.

Il film si presenta fin dal principio lontano da qualsiasi forma di facile spettacolo, ritmi dilatati dominano uno scenario freddo e asettico caratterizzato da uno sguardo molto attento agli ambienti e alle luci, il contrasto estetico appare subito lampante, i colori sgargianti e i suoni vitali di una natura prorompente fanno da scudo protettivo ad un interno claustrofobico e inanimato, la vasta tenuta di Nathan è un luogo dove corridoi deserti e vetrate impenetrabili raccontano di una non-vita, quella dello scienziato recluso che si crede Dio e quella delle sue creature robotiche, esseri senzienti che cercano una libertà impossibile da conquistare.

In questo quadro ambiguo e indecifrabile si inserisce la figura di Caleb, sarà lui il punto nevralgico della storia nonché il referente principale dello spettatore, insieme a lui entreremo nel labirinto tecnologico di Nathan e lentamente scopriremo verità nascoste, bugie e trappole mortali.

Garland è attento ad ogni particolare, la sua messa in scena punta ad una finezza espositiva elegante ma funzionale, la forma da sola non basta e la storia sorregge con efficacia le dinamiche di tre figure in contrasto, generando riflessioni non banali su una tematica di certo non nuova ma affrontata con il piglio giusto.

Ex Machina è un film che affascina e stordisce, che inquieta in alcuni frangenti mostrandoci le aberrazioni di un probabile futuro dominato da demiurghi alcolizzati, uomini che cercano la vita artificiale senza avere i mezzi per controllarla e gestirla, padri incestuosi di macchine senzienti che si pongono domande alle quali è difficile rispondere.

Finale coerentemente beffardo, spietato nella sua fredda semplicità e nella messa in scena di una trasformazione inevitabile, il rosso delle luci di emergenza lascia spazio ai profumi e ai suoni di una natura che non ha confini e che colora il mondo di libertà.

Oscar per gli ottimi effetti speciali (firmati Andrew Whitehurst, Paul Norris, Mark Ardington e Sara Bennett) Nomination alla migliore sceneggiatura originale per Garland, buone le prove dei tre attori sui quali si impone una sorprendente Alicia Vikander.

Voto: 8

 

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