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La teoria del tutto

Regia di James Marsh vedi scheda film

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La recensione su La teoria del tutto

di barabbovich
7 stelle

Stephen Hawking è ed è stato uno dei massimi astrofisici del Novecento. La sua Breve storia del tempo (pubblicata in Italia col titolo Dal Big Bang ai buchi neri) ha venduto oltre 40 milioni di copie in tutto il mondo. Ma la sua notorietà va attribuita anche alla pertinacia con cui è riuscito ad portare avanti i suoi studi e le sue ricerche a dispetto della gravissima malattia neurologica degenerativa che da tempo lo ha costretto all'immobilità quasi totale e gli ha fatto perdere l'uso della voce (si esprime attraverso un sintetizzatore vocale). A lui James Marsh, regista con la vocazione per le storie estreme (Man on wire, Project Nim) dedica questa biopic nella quale l'aspetto legato alla vita privata è nettamente preponderante su quello scientifico. La storia parte dagli anni degli studi a Cambridge e prosegue con i primi sintomi della malattia, lo sbocciare dell'amore con Jane Wilde (Jones), la donna dalla quale riuscirà ad avere tre figli nonostante la malattia, l'amicizia con Jonathan Hellyer Jones (Cox), la separazione. Sullo sfondo la ricerca accademica, il tentativo caparbio di spiegare l'origine del tempo e la sua connessione con lo spazio partendo dalla relatività einsteniana. Se nel film la scienza sembra essere tutta "infusa", costituita di intuizioni ma poco studio, colpisce invece la cornice relazionale che avvolge il protagonista: una moglie che è una specie di santa, capace di un'abnegazione totale ma anche una famiglia ipocrita e parruccona, della quale Hawking non di rado si prendeva gioco facendo ricorso a un umorismo inarginabile. Ma a colpire più di tutto è la straordinaria prova di Eddie Redmayne (finora lo si era visto in parti minori, come ne L'ombra del potere), che con un personaggio che ricorda molto da vicino quello de Lo scafandro e la farfalla restituisce una strabiliante somiglianza fisica e cinesica con il vero Hawking: una prova gigantesca, davvero impressionante, che da sola varrebbe il prezzo del biglietto di film soap-opera che, alla stregua di The imitation game - ricostruisce con stile ordinario la vita di un uomo straordinario.

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