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La teoria del tutto

Regia di James Marsh vedi scheda film

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La recensione su La teoria del tutto

di gaiart
8 stelle

Dopo Einstein c’è Stephen Hawking.

Per chi non lo conoscesse, il secondo è un fisico, matematico, cosmologo e astrofisico britannico, fra i più importanti e conosciuti del mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri e l'origine dell'universo.

The Theory of Everything (2014)è un film biografico sulla sua storia, (no NON uso il termine BIOPIC perché lo odio) diretto da James Marsh e interpretato magistralmente da Eddie Redmayne, nei panni del giovane genio, di sicuro in odore da Oscar.

Nel 1963, a 21 anni, Hawking ha scoperto di essere malato del motoneurone, una malattia la cui diagnosi con atrofia muscolare progressiva, secondo i medici, gli lascia due anni di vita. (In realtà, vive ancora oggi, a 72 anni).

Ciò nonostante va a Cambridge, diviene un brillante ricercatore e Professore nello stesso posto che fu di Isaac Newton nel 1663. Sposa una giovane studentessa che, a discapito della malattia, si prende cura di lui e ci fa tre figli.

La sceneggiatura di Anthony McCarten è stata sviluppata nell'arco di dieci anni di lavoro, Hawking ha impiegato tre anni per farsi convincere a fare un film su di se e, quando ha scritto il libro, Breve teoria sul tempo, venduto in 10 milioni copie, ha forse sbagliato aggettivo.

Jokes apart, il film è intensissimo e direttamente proporzionale all’intelligenza e dolcezza di colui a cui è capitata questa vita.

Sebbene a tratti sembri un po’ melenso per la convenzionalità dei rapporti, specialmente con la moglie, forse un po’ fasulla, e costruito con metodo, la pellicola si nutre di dialoghi intensi, intelligenti che valgono tutto il biglietto.

Altro guadagno, interiore, si ha a livello morale e nell’insegnamento tratto dalla forza e tenacia di questo essere umano, prima che genio. Per non parlare della consapevolezza che diffonde sulla SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, il terribile impietoso Morbo di Lou Gehrig, e la malattia degenerativa neuronale.

Hawkings che non rinuncia a esprimere le sue originali e avanguardistiche idee, a causa di una trechetomia, è costretto a comunicare con un sintetizzatore vocale con sole 15 parole al minuto, metodo con cui riesce a compiere le sue pubblicazioni.

E pensare che, per dire stupidaggini a oltranza, c’è gente che non deve sintetizzare!

 

 

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