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Lucy

Regia di Luc Besson vedi scheda film

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La recensione su Lucy

di michemar
6 stelle

Se non sono eroine non le sposa.

Se su 16 film di Luc Besson almeno sei ruotano attorno ad una icona centrale femminile che di casalinga non ha neanche un grembiulino sexy un motivo ci sarà. Per di più la sua personalità è così preponderante che condiziona tutte le storie raccontate. Proviamo allora ad unire i puntini numerati: Nikita – Mathilda (Léon) – Giovanna d’Arco – Angel-A – Adèle (e l’enigma del faraone) – Lucy: cosa ne viene fuori? Una donna? Sì, molto femminile, desiderabile e desiderata, ma con gli attributi. No, non un essere ermafrodito, ma (ancor più complicato, forse?) una bella donna che per carattere, vocazione, necessità e, come in questo caso, per cause importate nell’organismo diventa super dotata, una superwoman che di woman le è rimasto poco. E... Lucy? Almeno le altre avevano dei punti deboli, qualche momento di debolezza, perfino attimi di sentimento, ma Lucy no! Nessuno però raggiunge la lucidità, l’umanità e praticità di Nikita, la sua creatura più bella e finanche sexy, proprio perché la più realistica. Lasciando a Léon l’onore di essere comunque il film cult della produzione bessoniana, a mio parere Nikita resta il miglior film, in quanto non ancora contaminato (e rovinato?) dall’ossessione del plot da videogame che domina Lucy/Scarlett.

 

Sì, perché mi son ritrovato catapultato nel mondo nevrotico e compulsivo (adrenalinico è ormai un termine troppo abusato) del mondo del videogame: tra luci traccianti, sovrapposizioni di immagini, sguardi asettici, commento musicale, ritmo asfissiante immaginavo che invece degli occhialini del 3D la cassiera del cinema si era dimenticata di consegnarmi il joypad per poter partecipare attivamente anch’io alle scelte di Lucy. Tac: a Taipei; tac: a Parigi; tac: a Roma! Tac: un po’ di pallini blu e c’ho un’altra vita da spendere. WOW! Sparita, cancellata la sensualità traboccante di Scarlett – e questa sì che sarà stata un’impresa! - Lucy è semplicemente una macchina da guerra che prima pensa a salvare la pelle (sintetica?) e poi si immola per l’intera umanità, a beneficio di tutti, traslando il suo potere e il suo sapere in uno scuro torrente magmatico che diventa un computer liquido. Affermando con solennità come fosse la frase finale della vita di Gandhi che lei è e sarà ovunque, la consistenza materiale di Lucy si racchiuderà in una semplice chiavetta USB, per fortuna nelle mani di uno studioso saggio e mansueto, il prof. Norman, un pacato e adatto Morgan Freeman. La scienza del futuro, e con essa l’umanità, è salva!

 

È comunque un buon film di intrattenimento, girato molto bene dall’esperto Luc Besson in cui Scarlett Johansson dà una buona prova nei panni di un ruolo ben diverso dai precedenti, anche se – lo vogliamo dire? – non è che servivano doti particolari per essere Lucy: espressività e physique du rôle sono quasi inutili. Certo, bella e sensuale è meglio, ma non si potrà mai affermare che quella attrice era più adatta o meno di quell’altra. L’essenziale era che la fotogenia e l’adattabilità del corpo della protagonista fossero appropriate per attraversare le disavventure della inconsapevole povera (mal)capitata nel mezzo di una guerra tra trafficanti senza regola di droghe sintetiche. Anche le luci, gli slalom della mdp, gli effetti speciali ne fanno un buon film, e non si può fare a meno di ripensare a Limitless, che, pur se simile nel soggetto di base, non ha potuto disporre della medesima potenza espressiva, essendo Luc Besson ormai un vero professionista del genere. Qualche esagerazione in meno non avrebbe guastato: percorrere qualche chilometro a bordo di un’auto a folle velocità contromano e sui marciapiedi di Parigi senza badare a vittime e che nessuno sia capace di raggiungere o bloccare la donnarobot è in effetti eccessivo. Già, ma in un videogame tutto è possibile!

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