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Il regno d'inverno - Winter Sleep

Regia di Nuri Bilge Ceylan vedi scheda film

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La recensione su Il regno d'inverno - Winter Sleep

di logos
9 stelle

 

Il personaggio Aydin, figura complessa e multiforme, espressiva di una borghesia voyeurista e intraprendente nello spirito, che ama mantenere il controllo ma nel senso di farlo con il più laico rispetto della libertà, che si avvale della coscienza e della moralità, come segni distintivi di una mentalità che si autoinganna nelle sue illusioni redentrici, è il centro di quest’opera, da cui si dipana come un raggio versatile il paesaggio della Cappadocia, per poi ritornare nelle esistenze che girano intorno a questo personaggio, e precisamante negli interni dell'Hotel, scavati nella pietra, ben arredati e confortevoli, scaldati dallo scricchiolio delle stufe, che invitanto alla meditazione, al dialogo, alla noia, alla disperazione, ai ricordi, alle decisioni improvvise. Esistenze che attorniano questo personaggio come fossero anche suoi prolungamenti di sè, sua propria creazione: dalla sorella Necla, alla moglie Nihal, dal faccendiere ai clienti del suo Hotel, fino al rapporto con l’iman locale, il cui fratello maggiore è appena uscito da galera e ha ricevuto non da Aydin, ma dai suoi avvocati, un’ingiunzione di sfratto, per affitti arretrati.

Partiamo dal rapporto di Aydin con tale Iman. Il tutto inizia perché il nipote dell’Iman, di nove anni, figlio di suo fratello maggiore, lancia una pietra colpendo il finestrino del veicolo in cui viaggiano Aydin e il suo faccendiere. L’Iman va direttamene a porgere le sue scuse ad Aydin, evidenziando che subito pagherà il finestrino, e pregando il signore di poter fermare la procedura di sfratto. Ma Aydin, con grande rispettabilità borghese, dichiara apertamene che delle sue proprietà non può occuparsi direttamente, che ha delegato uno staff di avvocati che se ne prendono cura, perciò cortesemente l’Iman non deve far altro che rivolgersi a tali avvocati, perché lui, il signore, ha altre cose per la tesa, coltiva lo spirito, deve scrivere i suoi preziosi articoli sul giornale locale e in più portare a compimento un libro davvero originale, forse unico nel suo genere, la storia del teatro turco.

Haluk Bilginer, Ayberk Pekcan

Il regno d'inverno - Winter Sleep (2014): Haluk Bilginer, Ayberk Pekcan

 

Già da questo dialogo (portato avanti con uno stile realistico impeccabile, inframmezzato da sguardi e pause eccellenti, da postura e  gestualità, che esprimono la discrepanza culturale ancor più delle fitte parole che hanno come sfondo i rumori del tempo, del freddo imminente), si nota che il signore proprietario è un uomo a cui non piace fare direttamente il lavoro sporco, che ama il controllo, e che tutto sia a posto e in ordine; tutto ciò, però, non deve importunare la sua universalità spirituale e letteraria. Ed è un’universalità del tutto hegeliana, quella di Aydin, che passa sulle cose e sulle persone, anche quelle più care, trasformandosi in un crasso materialismo. Non a caso questa sua universalità viene giudicata in modo veemente dalla sorella e da sua moglie.

La prima gli dice a chiare lettere che il suo scrivere è un girare a vuoto, perché si appella a valori condivisi da tutti, soltanto per compiacere al lettore in un melenso romanticismo. Ma la sorella è anch’essa inconcludente, persa nell’universalità dello spirito, che non incide sulla materialità vivente e pratica dell’esistente. Si sente in colpa di aver divorziato, di essersene andata via da Instanbul, di restare nell’Hotel di suo fratello, di cui anch’essa è proprietaria, senza dare un senso alla sua esistenza, circondata com’è da un fratello impassibile, e da una cognata che si dà tante arie per le sue opere di bene alle scuole locali, ma che non ha mai saputo realmente che cosa significa stare con i poveri, condividere la povertà. Ma in fondo chi l’ha vissuta davvero la povertà? L’inconcludenza che la sorella rinfaccia al fratello è la stessa di cui lei soffre, e che caratterizza anche la moglie di lui.

Haluk Bilginer, Demet Akbag

Il regno d'inverno - Winter Sleep (2014): Haluk Bilginer, Demet Akbag

 

Melisa Sözen

Il regno d'inverno - Winter Sleep (2014): Melisa Sözen

 

Ci troviamo insomma di fronte a un mondo chiuso in se stesso, che si rivolta contro di sé, ma non fa nulla, proprio nulla per mettersi in gioco nella realtà, perché ormai la realtà è tutta risucchiata nell’esterno.

Forse Aydin prova a cambiare le cose, e dopo un dialogo serrato con sua moglie, dove cerca di mostrarle la sua ingenuità nelle opere di bene, la rassicura dicendole che non può lamentarsi del loro matrimonio, perché lui non l’ha mai costretta a nulla, nè quando si è innamorata di lui idealizzandolo come un grande attore, che poi non è diventato, né ora, che vorrebbe andarsene. E’ libera di andarse, anzi, per rincarare la dose, le dice che se ne va lui e tornerà in primavera, e nel frattempo lei può prendere tutte le decsioni che vuole, anche di andarsene.

 

Haluk Bilginer, Melisa Sözen

Il regno d'inverno - Winter Sleep (2014): Haluk Bilginer, Melisa Sözen

 

Ma appena arrivato alla stazione, Aydin si sente spaesato, dopo un’ubriacatura con l’amico e il professore comprende che il suo posto è dove è sempre stato, non importa se tutto ciò sia una sorta di autoinganno, di resa, perché quello che conta è non opporre resistenza al male. Si tratta dunque di una passività sconcertante, perché è una passività che nel frattempo domina i poveri, i vivi, e si nutre del proprio autoinganno per perseverare nella sua universalià astratta, rappresentativa di una borghesia autoreferenziale, che non ha neanche più una lotta di classe per potersi legittimare, che si abbandona allo scetticismo vitalistico, preludio di una nicianesimo al di fuori della storia, inacantato su di sé, sospeso e senza soluzione, che non può chinarsi e neanche rialzarsi, congelato in un inverno che misura ogni tocco rallentato del cuore, mettendolo all’unisono con un’eternità irraggiungibile, eppure quanto mai diffusa, perché in fondo, in quella sospensione, sta tutto l’Occidente e ciò che di grande e meno grande è ancora in grado di rappresentare a se stesso, ma nel suo regno d’inverno...

 

locandina

Il regno d'inverno - Winter Sleep (2014): locandina

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