Regia di Ramin Bahrani vedi scheda film
Attualissima la fotografia della crisi economica che riduce le persone alla disperazione. Banche senza pietà che concedono mutui a tassi insostenibili. La spietata legge sullo sfratto forzoso negli Usa. Un giovane affamato che si accoda a uno ‘squalo’ che fa dell’agire al di fuori delle leggi l’arma per arricchirsi mentre gran parte della società intorno a lui arranca o affonda. In questo 99 Homes del regista statunitense di chiare origine mediorientali, Ramin Bahrani (suo l’applauditissimo Goodbye Solo), colpisce il parallelismo con il grande Wall Street (di Oliver Stone, 1987). Lì il rampante broker impersonato da un Charlie Sheen al suo massimo, si impantana negli sporchi affari dello stratosferico Michael Douglas (il suo Gordon Gekko è diventato sinonimo di operatore finanziario che ucciderebbe la madre pur di accaparrare denaro). In 99 Homes la dinamica è identica in particolare nella redenzione finale dei due giovani che prendono coscienza dell’immorale deviazione imboccata rispetto alla loro indole e alle loro origini. La storia filmica scritta e sceneggiata dallo stesso regista ha tutti i tasselli perfettamente al loro posto. Una solida impalcatura in cui si muovono alla perfezione due attori di ormai provata esperienza: il 33enne Andrew Garfield (esordì con successo nel 2007 in Leoni per agnelli in un 'faccia a faccia' con Robert Redford); il 42enne Michael Shannon (candidato all’Oscar nel 2008 per l’interpretazione nell’applaudito Revolutionary Road). La prova attoriale di Shannon, nella versione della pellicola doppiata in italiano, è esaltata da un superlativo lavoro dell’impeccabile Roberto Pedicini. Un film da non perdere. Voto 7,5.
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