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99 Homes

Regia di Ramin Bahrani vedi scheda film

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La recensione su 99 Homes

di maurizio73
6 stelle

Ramin Bahrani centra il canestro con la precisione di Nash con questo dramma immobiliare che mette a nudo le perversioni di una cultura del possesso che subordina al sacro valore del capitale il rispetto dei più elementari diritti civili,utilizzando la Giustizia come grimaldello per la più grande espropriazione legalizzata della storia americana.

Sfrattato insieme alla madre ed al figlio dalla casa in cui vive, l'operaio edile Dennis Nash inizia a collaborare proprio con il cinico e spietato speculatore immobiliare Rick Carver che lo ha buttato per strada. Attratto dagli ingenti guadagni che possono risollevarlo da una situazione economica disastrosa e dalla concreta possibilità di riavere la sua abitazione, l'uomo si fa coinvolgere in un gioco al massacro in cui la posta in gioco è il rispetto per la dignità ed i bisogni fondamentali delle persone più indifese. Finale consolatorio.

 

locandina

99 Homes (2014): locandina

 

Già acclamato autore di un cinema sociale sempre dalla parte degli ultimi, il 40 enne regista di origini iraniane Ramin Bahrani centra ancora una volta il canestro con la precisione di Nash con questo dramma immobiliare che rimanda dritto dritto alla più grande bolla speculativa dell'economia occidentale, mettendo a nudo le perversioni di una cultura del possesso che subordina al sacro valore del capitale il rispetto dei più elementari diritti civili (la casa, la famiglia, la dignità) ed utilizza la giustizia e la legge come grimaldello per la più grande espropriazione legalizzata della storia americana. Fondato sul grande inganno di una lotteria sociale in cui la ruota della fortuna sembra girare sempre dalla stessa parte e sul contraltare di una speculazione economica votata al forsennato accumulo di case e capitali, la progressione tragica di questa storia di ricatti e sotterfugi combina il realismo di un cinema di denuncia al sistema capitalistico con l'apologo esemplare sulla sorte degli uomini, mostrando come le occasioni di svantaggio e di crisi possono rivolgersi in un'opportunità di successo e riscatto sociale; a patto però di rinunciare a qualcosa (l'etica, la famiglia, l'umanità) e trasformarsi in qualcun altro che non sapevamo di essere. Gioco di contrappassi dal sapore mefistofelico, se il giovane Nash è prima vittima e poi complice del suo aguzzino, quest'ultimo finisce per infilarsi nel cul-de-sac di una imprevedibilità umana che asseconda il sistema ma solo fino ad un certo punto: perchè la legge è legge e va rispettata fino in fondo, anche quando si tratta di rifiutarne gli inganni e le frodi; con ciò aprendo e chiudendo il film in un'aula di tribunale dove si sancisce l'irrevocabilità di una sconfitta (quella dei diseredati) ma si rimanda al mittente la missiva di una irricevibile presa per i fondelli (quella delle banche d'affari). Cinema dal ritmo serrato e dalla implacabile progressione geometrica, è capace di momenti di spiazzante verità (il suicidio del prologo) e di sorprendente potenza simbolica (la scena in elicottero che traguarda l'infinita distesa di un latifondo immobiliare), ma anche inevitabilmente votato al solito finale consolatorio in cui il sacrificio personale merita il riscatto etico e lo sguardo pieno di gratutidine di un bambino che potrebbe essere proprio tuo figlio. Bravissimo Andrew Garfield che riesce a tener testa alla maschera cinica e impassibile di un indecifrabile Michael Shannon candidato ai Globes 2016 come miglior attore non protagonista. Presentato alla 71º edizione del Festival del cinema di Venezia 2014, vine distribuito in Italia dalla Lucky Red esclusivamente per il mercato direct to Video

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