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Chi è senza colpa

Regia di Michael R. Roskam vedi scheda film

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La recensione su Chi è senza colpa

di deepsurfing
8 stelle

 

Il thriller del barista accanto. Routine da bassifondi, vite da balordi quasi per bene e da ex criminali in pantofole, che sopravvivono nella zona grigia, ai margini della legge e della vita. Ambientazione e personaggi molto interessanti da un racconto di Lehane, che di talento ha dimostrato di averne (è l'autore di Mystic River e Shutter Island). Ma anche il regista, il giovane belga Roskam, dimostra di saperci fare. Il film è teso e avvincente pur rimanendo fedele al tono anti-spettacolare della storia. C'è una continua, sottile impressione di minaccia incombente, che contrasta col carattere spento e rassegnato del protagonista, il giovane barista (Tom Hardy), e quello cinico e blasè del socio più anziano (James Gandolfini, nella sua ultima intepretazione). Ma violenza e criminalità sono ingredienti della loro vita quotidiana, quasi corvéè di routine, come la spazzatura. Il giovane barista sembra accettarle con uno spirito ascetico e distaccato, evitando accuratamente ogni coinvolgimento personale. L'anziano invece, sotto la burbera apatia, cova ancora il sogno criminale del colpo risolutore.

L'aspetto più avvincente del film è il modo in cui bene e male sono inestricabilmente mescolati, la gentilezza e la mitezza possono convivere con la risolutezza più violenta. Emblematico, da questo punto di vista, il fatto che uno snodo non secondario della storia sia un cucciolo di pitbull, che attira la tenerezza anche del cuore più incallito, pur essendo un futuro, potenziale assassino.

Alla fine, sembra proprio questa la morale nel film: nella giungla (o anche ai suoi margini) sopravvive chi, quando è minacciato, agisce come un animale, senza scrupoli, secondo la legge della giungla. Ma forse la sua forza sta proprio nel mettere in questione le nostre convinzioni morali. Non foss'altro perché, se ci siamo immedesimati fino in fondo col protagonista, neanche noi siamo senza colpa.

 

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