Regia di James Gunn vedi scheda film
Un'incredibile via di mezzo tra il cinema in stile “The Avengers” e la space opera favolistica sulla scorta di “Guerre stellari”.
Chi mai avrebbe detto che la Marvel si sarebbe pensata di dare carta bianca (o quasi) a un regista proveniente dalla serie Z come James Gunn? Il quale, forte di un amore cinefilo che gronda da ogni singola inquadratura, partorisce un'incredibile via di mezzo tra il cinema in stile The Avengers (l'origin story di un gruppo di supereroi) e la space opera favolistica sulla scorta di Guerre stellari, che spiega le ali non solo per lo sfolgorante fronte visivo (con un trucco fantastico – anche nominato all'Oscar – e un'effettistica speciale che unisce alla grande computer e artigianalità), non solo per la strabiliante sceneggiatura (di Gunn e Nicole Perlman, in grado di destreggiarsi tra modernità e nostalgia, tra battute di dialogo brillanti e sequenze d'azione fragorose, tra scene di alto pathos e momenti più intimi), non solo per l'intelligenza politica (il film è scorretto – e corretto – dov'è giusto che lo sia), ma soprattutto per i suoi magnifici protagonisti, accomunati dal trauma della perdita e in procinto di formare una nuova famiglia sulle ceneri dell'odio che ha ucciso le loro. Il cast è ricchissimo e selezionato alla perfezione: dall'adorabile avventuriero Chris Pratt alla tenace combattente Zoe Saldana, dal muscoloso Dave Bautista fino alla coppia formata dal procione parlante Rocket (doppiato da Bradley Cooper) e dall'albero umanoide Groot (con la voce di Vin Diesel), passando per i piccoli ruoli di Josh Brolin (in motion capture), Benicio Del Toro, Glenn Close, Michael Rooker e John C. Reilly. Al netto dei parecchi prestiti (comunque tutti voluti e perciò esibiti) e anche di un telaio narrativo che rischia di essere troppo sconnesso, gli spezzoni memorabili non si contano: il doloroso incipit, i fulgidi titoli di testa, la scoppiettante fuga dal carcere, l'inatteso salvataggio in extremis in pieno spazio, il toccante sacrificio di uno dei personaggi per salvare i suoi amici.
Oltre alle musiche strumentali di Tyler Bates, la colonna sonora raccoglie una serie di perle degli anni Settanta e Ottanta, che non sono nient'altro che i brani pop ascoltati da Pratt nel corso della storia: fra i tanti, Hooked on a Feeling dei Blue Swede, Ain't No Mountain High Enough di Marvin Gaye e Tammi Terrell e I Want You Back dei Jackson 5.
Film OTTIMO — Voto: 8
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