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Solaris

Regia di Andrej Tarkovskij vedi scheda film

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La recensione su Solaris

di steno79
9 stelle

Esempio di "fantascienza dell'anima" che all'epoca fu spacciato come la risposta sovietica al "2001: Odissea nello spazio" di Kubrick, il film è circolato in Italia in una versione accorciata di circa cinquanta minuti (priva di tutto il prologo ambientato nella dacia paterna) e con un doppiaggio discutibile, curata da Dacia Maraini, che sicuramente non consente di apprezzarlo pienamente, cosa che ho potuto fare solo dopo essermi procurato la copia originale. Il ritmo della narrazione è volutamente lento e contemplativo, con un'atmosfera di mistero e di minaccia incombente che si avverte soprattutto nella prima parte: siamo lontanissimi dalle atmosfere fantastiche alla "Guerre stellari", mentre sono evidenti le ambizioni filosofiche e metafisiche dell'autore, che risultano evidenti da alcuni dialoghi in cui viene posta la problematica del rapporto fra la sete di conoscenza scientifica e la morale che deve sottenderla. Il talento registico di Tarkovskij emerge prepotentemente a livello figurativo in immagini insolite, come ad esempio nelle sequenze iniziali della visita di Kelvin al padre col resoconto filmato dell'astronauta Berton e la scena del percorso automobilistico dello stesso Berton in una metropoli avveniristica, o nella singolare visione che caratterizza il bellissimo finale, mentre la sceneggiatura può lasciare a tratti l'impressione di un'eccessiva dilatazione della vicenda, soprattutto in certe scene della parte centrale che ripiegano su un confronto psicologico un pò ovvio. Nel cast spicca l'ottima interpretazione della giovanissima attrice Natalya Bondarchuk (figlia del regista Sergej) nel ruolo di Chari; buona anche la prova dell'attore lituano Donatas Banionis e, in ruoli di contorno, non sfigurano alcuni degli attori-feticcio del regista come Anatoli Solonitsin e Nikolaj Grinko. Nel complesso, un film che rientra fra le opere maggiori della fantascienza cinematografica degli ultimi decenni del secolo scorso, in cui predomina un sofferto lirismo e la tipica cultura spiritualista dell'autore, di cui però lo stesso regista non era molto soddisfatto e che giudicò con eccessiva severità (arrivando a definirlo "il meno riuscito dei suoi film"). Piccola curiosità: Natalya Bondarchuk sposò nella vita reale l'attore Nikolaj Burljaev, che era stato il protagonista de "L'infanzia di Ivan" di Tarkovskij e aveva recitato anche in "Andrei Rublev".

 voto 9/10

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