Regia di John Slattery vedi scheda film
Mickey Scarpato ( il grande Seymour Hoffman) è l'estraniato di questo quartiere denominato God's Pocket, coniuge di una donna che neanche lo stima, e sulle spalle il figliastro che tanto per attaccare brighe sul luogo di lavoro ci rimette la pelle. La morte del figliastro innesca processi a catena che passano sopra la testa di Mickey.
La moglie, infatti, tutta presa dal dolore per la perdita anomala del figlio, e quasi scaricando la rabbia sul marito, lo incita a verificare nel quartiere, se davvero si sia trattato di una morte accidentale o qualcosa di più. Ma Mickey non può andare dietro a tutte queste faccende, deve tirare a campare, con i suoi furtarelli, procurandosi la carne da vendere, scommettere alle corse, impegnando e perdendo proprio quei soldi che il locale del quartiere ha racimolato per il funerale del suo figliastro. Il cinico becchino (Eddie Marsan), pertanto, non sa che farsene di un corpo che non viene pagato a dovere, e Mickey è costretto a sobbarcarsi del corpo del figliastro nella cella frigorifera del suo camioncino, nel quale trasporta carne di manzo, che aveva rubata con il suo caro amico (John Torturro), che a sua volta ha le sue grane con i suoi creditori, che, per altre ragioni in più, ora lo devono uccidere.
In questo quartiere abbiamo anche il letterato giornalista alcolizzato,
figura venerata, un vero e proprio guru che sa comprendere gli umori della comunità, ma che di fatto se ne frega, perchè pensa solo all'alcool e al sesso, e minacciato di lincenziamento deve darsi da fare con la moglie di Mickey per sapere qualcosa di più circa la morte di suo figlio. Un sapere finto, vaneggiato, che diventa solo un pretesto per far la corte alla donna, la quale, del resto, cede alle lusinghe.
Intanto il corpo del giovane non viene seppellito, anzi gira a vuoto in quella cella frigorifera, e Mickey è alla ricerca disperata di soldi per poter dargli un degno funerale, come tutti credono che avvenga, mentre di fatto è tutto da rifare, perchè il becchino, come abbiamo detto, si rifiuta di operare a credito.
Tutto alla fine viene a galla, il quartiere viene a conoscenza del tradimento della moglie di Mickey con il giornalista, ma anche del cinismo del rispettabile becchino; in tale caos, il povero Mickey non sa più che fare di questo mondo, rassegnato lascia tutto e si ritrova in campagna con il suo caro amico, in attesa che qualcosa verrà, secondo la logica inesorabile del tempo, che non fa sconti a nessuno.
Al di là della trama, è interessare la ripresa asciutta e meditata sull'atmosfera nerastra del quartiere, in cui tutto accade per inerzia, secondo la regola del dente per dente, ed ogni occasione è valida, anche la più futile, per scatenare violenza omicida, vuoi per vendetta vuoi per paura. Dove tutto si muove nel torbido, in un'America invisibile, nell'estranietà più grottesca, nell'insensatezza nichilista, la quale, in qualche raro attimo, si lascia attraversare da una intensa umanità, proprio perchè accade nella più completa assenza di un Dio.
La regia di John Slattery è complessa e scarna, si concentra sui volti, sullo strazio dei corpi, sui dialoghi abbozzati, su personaggi grevi, di grande umanità logorata dalla sopravvivenza e dalle dicerie, dal continuo fastidio della vita che pesa per le sue necessità materiali, disposti a qualunque compromesso per un'oncia di respiro, ma è un'umanità che non sa riscattarsi, e chiunque lo faccia, in fondo, è un estraneo, che non può capire.
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