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La buca

Regia di Daniele Ciprì vedi scheda film

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La recensione su La buca

di EightAndHalf
4 stelle

C'è una gran bella differenza fra favola e barzelletta. E c'è bisogno anche che si sappia che movenze viranti all'inverosimiglianza non giustificano grossolanità narrative e superficialità nella gestione di una storia. Questi come semplici presupposti per elencare le incredibili e un po' telefonate lacune che offre (e di cui soffre) La buca, ultimo sforzo di Daniele Ciprì a creare una filmografia a sé, distante dalla passata accoppiata con Maresco, dopo il riuscitissimo tentativo di E' stato il figlio. Qui il regista palermitano disperde la sua abituale verve in una situazione sopra le righe e volutamente scherzosa e eccessiva, qual è quella di Oscar, un avvocato con l'hobby della truffa all'assicurazione che trova in Armando, appena uscito da un'ingiusta detenzione in galera causa omicidio e rapina a mano armata, la possibilità di fare il colpaccio. Se i punti di partenza della trama sono quelli ideali e lucidi di una buona commedia che non si prenda troppo sul serio e vada felicemente a segno negli obbiettivi della sua satira (il singolo luogo, ovvero la strada con la "buca" del titolo; i personaggi di contorno, macchiette più o meno divertenti e/o insignificanti; situazioni ben esagerate e ostentatamente ciniche), la prosecuzione occupa il tempo che trova spingendo l'acceleratore sulla farsa, e trasformando quella che sembrava una piacevola favola in una sciatta barzelletta.

 

Rocco Papaleo, Sergio Castellitto

La buca (2014): Rocco Papaleo, Sergio Castellitto

 

A salvarsi, ne La buca, non sono le intenzioni (disattese), né le interpretazioni (scontate: neanche la Bruni Tedeschi riesce a metterci il suo), né i presupposti narrativi. A salvarsi, ne La buca, è la fotografia, e anche la regia, proprio volendo esagerare in generosità: una fotografia tra lo stilizzato e il surreale, che sembra tirare a lucido in continuazione le superfici che inquadra, dosandole in una tonalità che rende bene l'ambientazione e la presunta eleganza di certi personaggi (lo stesso Oscar, misantropo incallito e avido, sempre ben vestito). La regia muove le immagini fotografate in maniera raffinata e per nulla disattenta, ma scrupolosamente. La forma però, com'è evidente, non corrisponde, in qualità, ai contenuti, e La buca finisce in burla, cambiando leggermente rotta rispetto ai termini iniziali della narrazione. Quando certe situazioni vanno ripetendosi, l'ordine dei personaggi va chiarendosi, e si capisce che ci si possono aspettare solo risate a denti stretti, come sfuggire alla tragica domanda: "a che pro tutto ciò?"?

 

Sergio Castellitto, Rocco Papaleo

La buca (2014): Sergio Castellitto, Rocco Papaleo

 

Il cane, il teste, l'acida vecchietta centenaria, la madre con gli ictus alle spalle, i parenti-serpenti, i giudici tifosi di calcio, la barista un po' gatta morta (personaggi femminili desolanti, quelli di questo film), il "cattivo" che improvvisamente si redime, il "buono" Papaleo che preferisce l'onestà e il riconoscimento dell'innocenza, piuttosto che il denaro (e qui un difetto caratteriale viene spacciato per ambiguità: Armando può andare incontro alle intenzioni non proprio lecite di Oscar, rimanendo però essenzialmente ingenuo): tutte figurine, che dovevano riempire l'album delle assurdità del mondo ma che divengono personaggi di una lunghissima freddura di un'ora e mezza, in cui si dice meno di quanto si speri, e si fa divertire mischiando la letizia alla discreta malinconia del tedio. Perché tirare per le lunghe un prodotto che non offre altro che aneddoti, pensando di stare anche facendo un'originale commedia all'italiana? Purtroppo i sorrisini vengono a noia, le carinerie da favola si sciupano e gli stessi personaggi diventano odiosi, quando, pur nell'iperbole degli eventi, non si capisce in che possibile senso stia avvenendo una data decisione. Troppo frettoloso, abbastanza testardo e sufficientemente arrogante, il lavoro di Ciprì, per non prestare al fianco a tristi critiche (purtroppo sempre le stesse: c'è solo l'estetica ad allontanare La buca da una commercialata qualunque di Fausto Brizzi). E il finale riconferma i precedenti asserti dando un'ulteriore certezza: c'è anche la presunzione di stupire e di rendere imprevedibili i propri personaggi. Ma - giusto una domanda - sono veri personaggi? Magari no, sono maschere: ma allora, non risultano deboli anche come maschere?

 

Rocco Papaleo, Sergio Castellitto

La buca (2014): Rocco Papaleo, Sergio Castellitto

 

Insomma, fra flashback patinati, ipocrite animazioni fuori tempo massimo e quel briciolo di edificante come ciliegina sulla torta (mascherato da cinismo, nel ribaltamento finale), cosa rimane all'infelice impresa di Ciprì?

Nulla, La buca è un gigantesco "buco" nell'interesse dello spettatore: anzi, una voragine.

 

 

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