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‘71

Regia di Yann Demange vedi scheda film

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La recensione su ‘71

di barabbovich
8 stelle

Belfast, 1971. Durante un'ispezione in un quartiere dove nazionalisti cattolici e frange diverse del'IRA si contendono il territorio, due militari, dopo un'intensa sassaiola, vengono accerchiati e linciati. Uno muore; l'altro, Gary Hook (O'Connell) - diciottenne cresciuto in un orfanotrofio con il fratello minore e costretto ad arruolarsi suo malgrado - si trova a passare una notte da incubo in territorio nemico. Tutti lo cercano: i radicali dell'IRA per dargli il colpo di grazia, i nazionalisti cattolici per l'odio vero la corona d'Inghilterra, i moderati per attenuare le tensioni con l'esercito britannico, un alto grado doppiogiochista dell'esercito stesso per farne un martire. Lui viene messo in salvo da un medico che ha passato 20 anni nell'esercito e che lo scambia per un civile: "ricchi coglioni che dicono a stupidi coglioni di uccidere poveri coglioni. Questo è l'esercito", lo istruisce. La sua lezione non potrebbe essere più vera, a giudicare dalla guerra interna all'esercito tra militari dal grilletto facile e caporali dalla testa calda.
Da La moglie del soldato e Una scelta d'amore a Michael Collins, The boxer, Bloody Sunday, Il vento che accarezza l'erba e Hunger, il cinema ha raccontato le vicende legate al separatismo irlandese dell'IRA con un registro tra il didascalico e l'illustrativo. '71, dell'esordiente franco-inglese Yann Demange, parte da un spunto assai simile a Fuggiasco, lo accosta alla teleologia di Salvate il soldato Ryan e lo cala nel registro spettrale di Caccia selvaggia, facendone il miglior film mai visto sul conflitto che ha insanguinato a lungo l'Irlanda del Nord. Da esso emerge, in una chiave dai risvolti attualissimi, l'odio di tutti contro tutti, le contraddizioni interne, l'impossibilità da parte del protagonista di capire di chi fidarsi, l'allucinata metafora antimilitarista. Se i contenuti affiorano con intenti a forte caratura morale, la forma stupisce altrettanto: un apologo antibellico raccontato come un thriller sepolcrale, con molte scene memorabili tra le quali spicca quella dell'accoglienza che i separatisti riservano all'arrivo dei militari inglesi, con le donne che battono per terra alcuni grossi coperchi per segnalare l'arrivo del nemico. Una scena da antologia destinata a rimanere scolpita nella storia del cinema.

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