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Selfless

Regia di Tarsem Singh vedi scheda film

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La recensione su Selfless

di mc 5
8 stelle

Questo film, trattato dalla critica con malcelata sufficienza, per me si è rivelato invece una bella sorpresa. La sceneggiatura -a tratti un po' complicata da seguire per via di una vicenda intricata- e la buona recitazione dei protagonisti rendono credibile un copione che di per sè sarebbe assolutamente inverosimile. Sì, è fantascienza, nel senso che si parla di progressi scientifici avanzatissimi ma chiaramente non verosimili, ma lo si fa con una grande attenzione ai sentimenti e tutto il film è dominato da un umanesimo che non ti aspetteresti in una pellicola che ci viene presentata con tutti i crismi dell'action-thriller. E' un film che si espone senza paura, scavando nella psiche devastata del protagonista, senza timore di apparire ridicolo (per esempio nei siparietti famigliari, nelle scene con la bambina soprattutto). Un film di chiaroscuri, che alterna momenti cupi (l'anziano condannato a morire o l'algido e spietato autore di questo patto col demonio) a momenti action (inseguimenti in auto e sparatorie) e momenti di grande dolcezza (un amore cui la morte aveva posto fine ma che miracolosamente rinasce su nuove basi). Il concetto base della vicenda è che esiste un sistema ultra avanzato che permette ad una persona defunta di rivivere una seconda vita dentro l'involucro corporeo di un'altra persona anch'essa ovviamente morta. Ed è quello che accade ad un ricco uomo d'affari condannato da un tumore irreversibile, che rinasce nel corpo di un ragazzo sano ed aitante ma tormentatissimo perchè inseguito dai fantasmi di quello che fu il passato (soprattutto famigliare) di un' altra persona a cui -a sua volta- fu rubato il corpo dopo la sua morte. Mi rendo conto che a raccontare una storia del genere si rischia di creare solo confusione, ma vederne l'evolversi sullo schermo è molto più agevole (anche se pure al cinema non mancano i momenti leggermente farraginosi). Una storia insomma complessa ma appassionante, una sceneggiatura intelligente che mescola tante chiavi narrative, ponendosi tanto come intrattenimento pop quanto come amara riflessione sul delicato rapporto tra etica, scienza, affari e aspirazione dell'uomo all'immortalità. Solo un cenno alla musiche che commentano il film. Senza essere eccezionali, sono però assai funzionali al film, ricche di stacchi che spesso attingono ad un piacevolissimo drum'n'bass. E il discorso musicale ci porta inevitabilmente allo sfondo di questo film, uno scenario che io amo da sempre, quello della meravigliosa città di New Orleans. Nelle scene iniziali infatti, ci viene mostrata la città attraverso le sue strade animate dalle marchin' band, da tanto tanto jazz popolare, da un senso del ritmo che quasi inebria i sensi tra spettacolarità ed entusiasmo. Peccato solo che questo sfondo, si veda solo all'inizio e poi sparisca per far luogo alla cupezza dell'aspetto "dark" della vicenda. Il cast funziona perfettamente. Ryan Reynolds (attore piuttosto ondivago nelle sue scelte artistiche) qua aderisce alla perfezione a questo personaggio dolente e tormentato. Su Sir Ben Kingsley che posso dire, se non che si tratta di un autentico gigante della recitazione contemporanea: magnifico ad ogni suo battito di ciglia, un attore assolutamente unico. Poi ci sono i personaggi di contorno, anche quelli affidati a validi professionisti. Matthew Goode, inquietante coi suoi occhialini da impiegato, che è un pò il Faust autore di un meccanismo maledetto. La splendida Natalie Martinez, mamma affranta ma coraggiosa. E Victor Garber che fa pensare ad un ottimo caratterista (è un socio in affari di Ben Kingsley -nella storia- e anche lui custode di dolorosi segreti). Insomma, è un film di intrattenimento ma tutt'altro che banale, poco ma sicuro.

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