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Manglehorn

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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La recensione su Manglehorn

di munnyedwards
6 stelle

La perdita di un amore giovanile può segnare la vita di un uomo al punto di impedirgli il naturale prosieguo del suo cammino umano e sociale?

E’ credibile la situazione di completa stasi emotiva, di rifiuto deciso di qualsiasi tipo di relazione sentimentale così come ci viene proposto in questa storia scritta da Paul Logan?

A fine visione mi sono fatto queste domande senza però giungere ad una risposta definitiva, senza dubbio il personaggio interpretato da Al Pacino è una figura eccessiva che si muove in un contesto che appare realistico, il punto è capire se lo spessore drammatico del racconto può supportare/sopportare un protagonista chiaramente borderline…o se all’inverso il film vada interpreato come una specie di favola moderna, il chè potrebbe anche essere se si considerano alcuni elementi, il mimo e il finale tanto per dire.

 

locandina

Manglehorn (2014): locandina

 

Il fabbro A. J. Manglehorn (Pacino) è un uomo che vive un’esistenza vuota e insoddisfacente, il suo mondo (un mondo che si è costruito pezzo dopo pezzo) è un arido deserto dove le emozioni e i sentimenti sono banditi, in mezzo al nulla più totale esiste solo una piccola oasi lussureggiante, una cupola immaginaria riempita quasi per intero da un amore perso per sempre, un vuoto cosmico al quale aggrapparsi ferocemente.

Clara, la donna della vita ma anche l’ossessione di un uomo incattivito e insensibile, un uomo che da anni le scrive struggenti lettere d’amore, lettere che tornano inesorabilmente al mittente per finire conservate gelosamente in una specie di santuario, una stanza adibita ad altare fatta di parole perdute, di rimpianti, di rabbia repressa pronta ad esplodere.

Manglehorn è un uomo solo che ha perso il treno più importante della sua vita e che ora riserva quel barlume di emotività che gli resta per la piccola nipote Kylie e per la sua amata gatta Frannie, due impegni che non tolgono spazio all’ingrombrante e invisibile figura di Clara, discorso ben diverso è il legame che sembra sbocciare con la dolce Dawn (Holly Hunter), l’impiegata delle poste lo chiama ad un impegno più gravoso, ma lui nicchia, bloccato dalle catene di un passato che sembra impossibile cancellare.

 

Al Pacino

Manglehorn (2014): Al Pacino

 

Al Pacino, Holly Hunter

Manglehorn (2014): Al Pacino, Holly Hunter

 

Il film diretto da David Gordon Green è un opera essenziale che affronta temi classici e universali, la vita e le scelte che ne cambiano il percorso, la capacità di accettare gli errori e ripartire o al contrario i macigni che ci restano attaccati, come tumori maligni che non si possono asportare, piccole o grandi cicatrici che il tempo rimargina e ferite che invece continuano a sanguinare in eterno.

Manglehorn è Al Pacino e Al Pacino e Manglehorn, un film per un attore e un attore che da solo sorregge tutto il film, inutile negare come la sua presenza in scena doni alla pellicola una forza e un fascino particolari, il soggetto di Paul Logan delinea un personaggio complesso, non facile da gestire in modo credibile, Pacino ci riesce e lo fa nel modo più semplice possibile, evitando le esuberanze che a volte lo hanno penalizzato.

La sua performance è dominata dall’equilibrio, dalla stabilità, dall’intensità e dalla sofferenza, mostrati quasi con pudore e senza strafare, senza cadere in manierismi, considerando il tipo di storia e il personaggio in azione questo approccio nella recitazione risulta alla fine fondamentale.

Racconto di solitudini, egoismi, sconfitte e ossessioni, la regia di David Gordon Green dilata i tempi della narrazione e li impreziosisce di una messa in scena attenta ad ogni sfumatura, ai colori di un personaggio sempre ai limiti del credibile, un solitario uomo di mezza età che sembra uscito da un film di Tim Burton, freak indomito accompagnato dalla sua gatta che vaga per la città meditando su alberi secolari e passeggiando circondato da carcasse di automobili e angurie, tra feriti, morti e l’indifferenza generale.

 

Al Pacino, David Gordon Green

Manglehorn (2014): Al Pacino, David Gordon Green

 

Al Pacino

Manglehorn (2014): Al Pacino

 

Alla fine mi restano i dubbi sul plot (o meglio, sulla credibilità dell’assunto portante), la certezza di un Pacino che ha ancora tanto da dare, la buona regia di David Gordon Green e un finale un pò sempliciotto e banale, troppo sciatto per un film di certo non perfetto ma che forse meritava una conclusione meno scontata.

Voto: 6.5

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