Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Incamminandosi lungo i sentieri della nostalgia, che forse è la vera protagonista del film, Eastwood ricorda, rievoca e omaggia i tempi che sono stati quelli della sua giovinezza.
La sua regia, come sempre, è sicurissima.
La tonalità plumbea della fotografia è un marchio di fabbrica della filmografia del regista, e anche qui si fa evidente.
Le hit non scavalcano mai il plot, ma scivolano perfettamente in una narrazione fluida, non propriamente avvincente ma dotata di cuore e anima.
A dominare è il puro piacere del racconto, quello della formazione di questi quattro ragazzi (ma ampia parte è dedicata alla figura di Frankie Valli), delle loro diversità, delle scelte giuste e sbagliate che hanno portato a inevitabili conflitti più o meno accentuati, con conseguente spartizione di responsabilità: pezzi di vita che vanno a comporre uno struggente quadro chiamato rimpianto. Perché quando questi ragazzi del New Jersey si ritrovano di nuovo insieme sul palco alla fine del film ormai vecchi, le lacrime non possono non scorrere copiose.
Quindi chapeau una volta ancora al grande Clint, anche se un quarto d’ora di meno avrebbe di sicuro giovato al tutto.
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