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Il paradiso per davvero

Regia di Randall Wallace vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il paradiso per davvero

di passo8mmridotto
7 stelle

Una storia vera, alla quale aggiungo la mia personale esperienza, per quello che può valere.

Randall Wallace non ha l'ambizione di dimostrare l'esistenza o meno dell'aldilà, in questo caso del paradiso, ma si attiene - per quanto possibile - alla cronaca di una storia vera.

Il film parte lento, con una lunga - forse troppo - descrizione del quotidiano di una qualunque famiglia media americana, in cui ilpadre, Todd Burpo (Greg Kinnear) non riesce a far quadrare il bilancio familiare nonostante il suo lavoro di artigiano tuttofare, il suo impegno di volontario nella squadra antincendio e pastore della comunità in cui vive con la moglie Sonja (Kelly Reilly) e due bambini.

Succede che il secondogenito Colton, di quattro anni (Connor Corum) durante una gita si ammala all'improvviso, sta tanto male che i genitori decidono di portarlo al pronto soccorso, dove gli viene diagnosticata un'appendicite perforarata.

Sottoposto a intervento d'urgenza, con poche speranze di sopravvivenza, Colton entra in coma, i medici sono rassegnati al peggio, i genitori sono disperati, tutta la comunità prega per la salvezza del bambino: il "miracolo" avviene, Colton si risveglia e dopo qualche giorno ritorna a casa.

Gradualmente, nei dialoghi con il padre, con il quale il bambino ha sempre avuto un buon rapporto confidenziale più che con la madre, si intuisce che qualcosa di "soprannaturale" è avvenuto, nel corso dell'intervento chirurgico.

Colton asserisce di essere stato in "paradiso", ne descrive ogni particolare, colori, personaggi, e dice di essere stato condotto per mano da Gesù e di avere incontrato una sorellina mai nata e un bisnonno.

Todd e Sonja sono gli unici a conoscenza della bambina nata morta. Il padre-pastore non sa se credere alle parole del bambino, interpella scienziati atei e credenti, e finisce per mettere in crisi la comunità, anche perchè la stampa e la televisione si interessano al caso, non sempre con la dovuta cautela.

Alla fine, Todd si convince della veridicità dei racconti del piccolo Colton, e la vita nella cittadina riprende il suo ritmo di sempre, la comunità riconferma Todd nel suo ruolo di pastore, e Sonja annuncia a Todd che presto avranno un terzo figlio.

Il film presenta numerosi spunti di riflessione, se si è credenti, ma Randall Wallace si mantiene prudentemente neutrale, racconta i fatti come sono avvenuti.

Personalmente, ho subito un arresto cardiaco (quantificabile dai medici inferiore al minuto) durante un esame alle coronarie.

Quello che segue, lo dico con il dovuto rispetto per chi non crede.

A cuore praticamente fermo, sono finito in una dimensione che non esito a definire "paradisiaca", un posto dove stavo benissimo,

immerso in una luce bianchissima, e nel silenzio più totale. Ci sono arrivato percorrendo un tunnel a velocità supesonica.

Non volevo tornare sulla terra, ma il defibrillatore del reparto di emodinamica dell'ospedale più attrezzato della mia città ha fatto si che il mio cuore riprendesse a battere.

Come nel film, mi sono state date due spiegazioni relative al "paradiso": la prima di carattere religioso ( la conferma dell'esistenza del dopovita) e la seconda, più cruda e scientifica,  asserisce che si tratterebbe di una reazione chimica del cervello, riscontrabile frequentemente in casi analoghi al mio.

Non ho visto persone ne cose, in quel frangente, ma nello stesso giorno un altro degente del reparto ha subito - durante un intervento di angioplastica - un arresto cardiaco leggermente più lungo del mio.

Anche lui ha percorso il tunnel ed è finito in quel luogo pieno di luce. In più, ha trovato suo padre, defunto qualche anno prima, che lo invitava a salire su una barca che fluttuava in un mare di nuvole candide.

Poi è tornato tra i vivi.

Raccomando a chi è interessato la visione di questa storia anche per godere della bella presenza di Colton, che "recita" da ometto.

Anche Greg Kinnear e Kelly Reilly sono sufficientemente motivati. Bella la fotografia.

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