Espandi menu
cerca
Smetto quando voglio

Regia di Sydney Sibilia vedi scheda film

Recensioni

L'autore

EightAndHalf

EightAndHalf

Iscritto dal 4 settembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 233
  • Post 59
  • Recensioni 1018
  • Playlist 35
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Smetto quando voglio

di EightAndHalf
6 stelle

Colori accesi e comicità (non troppo) caustica: l'esperimento SmettoQuandoVoglio funziona innanzitutto nella sua contestualizzazione, ovvero a confronto con un cinema italiano bieco e rotolante, che si ripete e si consuma e si corrode con le sue stesse armi, nella lunga sequela di filmetti che invadono barbaramente le sale cinematografiche alternandosi con velocità supersonica. Qui siamo di certo di fronte a un film (che si vuole presentare [giustamente]) di nicchia, quasi indipendente, e questo è evidente dalla scelta di attori non troppo conosciuti e dai volti non proprio frequent(at)i (d)agli spettatori meno impegnati, che pure qui trovano di che leccarsi i baffi con le diverse trovate a mo' di cabaret che Sibilia svolge nel ritmo altalenante del suo primo lungometraggio; e si tratta sicuramente di un film diverso, un piccolo barlume luccicante nel mare magnum di tonitruanti stereotipi. Ma contestualizzare vale poco, di fronte al gran numero di ingenuità che il film conserva sotto l'occhio un po' dilettantesco del regista esordiente (già autore di una serie di cortometraggi poco conosciuti): la sceneggiatura è proprio come il ritmo, altalenante, incostante, alternanza continua di momenti piani e momenti più brillanti, quando invece l'intento era chiaramente quello di proseguire con un andamento svelto e coinvolgente; gli attori sembrano migliorare dal punto di vista recitativo con il procedere della pellicola, rivelando anche qui un'incostanza di fondo nella loro performance (ma forse la sceneggiatura qui ci ha messo lo zamp..one); la storia si appella a un tema molto sfruttato e usurato, ovvero la precarietà sulla base della crisi, che non permette nemmeno a studenti universitari di condurre la vita lavorativa che pure meriterebbero; e ancora la storia non si fa sfuggire una lunga serie di topoi a lungo andare sfiancanti (a partire dalla figura del protagonista, inetto incapace di farsi pagare dallo studentello pischello, fino all'idea stessa di mettere un equivoco dietro l'altro per nascondere il segreto) che un po' tradiscono quel dire "di nicchia" che lo schema filmico del film di Sibilia vorrebbe proporre. La regia, d'altronde, alterna rari momenti quasi da videoclip amatoriale a un sobrio e impersonale punto di vista (con qualche guizzo, è bene confessarlo), e gli stessi personaggi risultano innocentemente divertenti, dall'esperto economicista che è convinto di poter contare le carte al poker fino all'archeologo che porta armi napoleoniche alla "banda" che si è formata, al momento della rapina in farmacia. Ma anche qui stona l'idea di voler salvare la cultura riducendola a macchietta da commediola, ricoprendo il tutto di una finta brillantezza che si appella ai dialoghi in latino dei due classicisti fino al tentativo dell'antropologo di farsi assumere in un garage dove è costretto a fare il coatto. E' vero che certo non potremmo aspettarci l'evoluzione psicologica-morale del protagonista, che tutt'ad un tratto, dopo una rivelazione, decide di spacciare una nuova sostanza psicotropa cambiando da così a così, dall'ingenuità professionale (carente) all'immoralità alla ricerca di giustificazioni; ma è anche vero che non si può non ridere nel momento in cui quella cultura tanto macchiettistica si ritrova in contesti inopportuni in cui tutti i protagonisti, tanto intelligenti, si ritrovano in difficoltà. Quest'aspetto sarà anche troppo sfruttato in tutto il film, ma altrove spesso funziona, come nella realizzazione della rapina in farmacia e nel confronto con lo spacciatore Murena (un Neri Marcoré ustionato e istrione). Quindi, nella spassionata volontà di voler credere ancora che la commedia (alla) italiana sappia far ridere senza indurre all'omicidio/suicidio volontario della propria coscienza, si vada a vedere questo piccolino Smetto quando voglio, e quantomeno si è un po' più in pace con se stessi.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati