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Diplomacy - Una notte per salvare Parigi

Regia di Volker Schlöndorff vedi scheda film

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La recensione su Diplomacy - Una notte per salvare Parigi

di alan smithee
8 stelle

16-18 mars 2014: LE PRINTEMPS DU CINEMA. In Francia per il secondo (o addirittura terzo) anno è scoppiata la primavera precoce del cinema: "Le printemps du cinema", appunto, una tre giorni di cinema a 3,50 euro contro i soliti 8,50/11,20 euro che abitualmente prevedono le (salate) tariffe ordinarie. Nel primo giorno di questa felice iniziativa, che corrisponde peraltro ad una domenica di sole caldo in linea e perfetta coerenza con il nome attribuito alla stessa, scelgo di vedere due film entrambi incentrati (o comunque ambientati) a Parigi. Diplomatie, la mia prima (ed ottima) decisione, vede la capitale francese ancora assediata dalle truppe tedesche ormai vicine alla disfatta, ma proprio per questo decise a portare via tutto quanto è possibile e distruggere tutto il resto, in sfregio a tutto un mondo che per fortuna riusciva finalmente a far valere le proprie ragioni dopo gli eccidi della follia. Siamo a fine agosto del 1944 e la capitale francese è ancora nelle mani del generale Von Choltitz, tenace uomo di armi dalla grande esperienza che ha ricevuto un ordine preciso e perentorio: minare Parigi in ogni suo angolo strategico (ponti, opere d'arte, strade principali) per raderla al suolo al momento della ritirata ormai imminente. Nell'albergo in cui il militare è asserragliato accorre il console svedese Nordling che, con pacatezza ma non senza determinazione, si prende tutta la notte per cercare di far desistere il generale da questa disastrosa ma apparentemente inevitabile decisione. La posta in gioco di questo nuovo crimine contro l'umanità,  capace di stroncare ancora centinaia di migliaia di vite e di seppellire per sempre capolavori architettonici senza prezzo ed irriproducibili, è molto alta per il militare: una sua disobbedienza comprometterebbe il destino della propria famiglia, dei propri figli ancora bambini e della giovane consorte. Una notte concitata in cui la diplomazia a fatica si insinua e vince, facendo prevalere la ragionevolezza anche quando , e decisioni paiono ormai prese incontrovertibilmente. Parigi è un campo minato che la cinepresa di Schlondorff ci fa vedere più tramite efficaci e verosimili cartine d'epoca che dal vivo, se non per scorci lontani. E la tragedia imminente, che prevede innanzi tutto l'esplosione di tutti i ponti tranne il Pont Neuf, utile per far passare la retroguardia della ritirata, ha una portata in grado di far tracimare le acque ben oltre le rive della Senna travolgendo costruzioni e popolazioni in un inferno di morte e distruzione. La storia ci ha insegnato come è andata (miracolosamente) a finire e il film riuscitissimo e' inevitabilmemte un monito al dialogo, strumento inevitabile oggi più che mai per dirimere le infinite controversie di una umanità che non sa guardarsi indietro per darsi risposte in grado di garantirsi un domani più sereno. Bravissimo e dalla direzione efficace, Schlondorff appare in gran forma, in grado di costruire abilmente un film che parla di una città intera racchiudendolo all'interno di una stanza d'albergo da cui si decide la svolta della storia del mondo. Un regista che aveva già dato modo di dimostrare capacità egregie contenute in piccoli spazi nell'eccellente trasposizione de "Morte di un commesso viaggiatore", gia quasi un trentennio orsono. Due giganti della recitazione come Niels Arestrup e Andre' Dussolier rendono il serrato confronto indimenticabile, appassionante, e sul filo del rasoio pur se la storia ci è nota dall'inizio, seppur anche solo per sommi capi.

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