Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film
Premessa: questa recensione è un mio modo di omaggiare un capolavoro del cinema e un grandissimo artista, Kubrick.
Penso sia impossibile catturare la forza di questo film, anche perché, ogniqualvolta l'ho visionato, ne ho colto sfaccettature diverse e altre le ho interpretate sotto tutta un'altra luce. Il film si basa sulla forza della mente umana, sulla psiche, sui labirinti del pensiero, sulla famigerata "luccicanza". Sovrappone in maniera magistrale realtà, incubo e visionarietà. Permette di entrare in contatto con ogni singolo personaggio, cosa che ritengo assolutamente d'avanguardia e veramente complessa sia che si tratti di opera cinematografica che narrativa. I riferimenti al cinema anni venti sono delicatissimi e si inseriscono a perfezione nel clima senza tempo dell'Overlook hotel (la stessa scena -meravigliosa- con l'accetta è un vero omaggio a un film muto norvegese). Il tempo si frantuma, come anche il paesaggio: ciò che accade anche nella nostra mente, ove spazio-tempo non hanno collocazioni fisse e prestabilite. L'hotel cattura, e ogni scena blocca pensiero e osservazione. Questa pellicola è un film che merita più di una visione e anche delle riflessioni perché scandaglia a fondo l'animo umano, sia filosoficamente che psicologicamente.
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