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Shining

Regia di Stanley Kubrick vedi scheda film

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Charlus Jackson

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La recensione su Shining

di Charlus Jackson
6 stelle

Il film è stato disconosciuto da King e messo in discussione da numerosi illustri registi del genere del terrore. Che non abbian(m)o colto la grandezza del genio kubrickiano? Può essere, ma per una volta tanto proviamo a distanziarci dai soliti cliches. Provo a parteggiare per loro, o almeno cercare di capire cosa stanno dicendo. Il comune denominatore delle loro visioni è che Kubrick non abbia colto il senso dell'horror come dimensione dello spirito. King parla addirittura (esagerando, certo) di "riduzione a tragedia famigliare". Nella mia personale visione, l'horror, genere nato in epoche recenti con Poe e compari, è un fenomeno dotato di enormi valenze tra cui una proiezione, imprescindibile, dello spirito, se non al trascendente, al metafisico, nel senso letterale del termine, oltre-il-fisico (la carne come terrifico buco nero). Le esperienze di meditazione trascendentale favoriscono una predisposizione al genere per i suoi aspetti di inquietante disvelamento, esplorazione del mistero dell'Io nei suoi anfratti più angosciosi e sua catarsi e ascesa a un livello superiore della coscienza "intelligente" (nel senso etimologico, da "intelligere"). La lettura alchemica ci riporta direttamente in questo senso, la discesa verso il basso (verso gli Inferi) è percorso speculare (nella sfericità del reale) a una salita verso l'alto (trascendenza). Sicchè, l'horror è effettivamente leggibile come una dimensione dello spirito. Una proiezione dello spirito difforme, deforme, selvaggia, irrazionalistica. La mia visione è che Kubrick sia troppo geometrico per cogliere tutte le vibrazioni che affollano questo sentire. Per una buona parte del film il terrore è "banalmente" l'esplorazione di una psiche malata, quella di Jack Torrance, il soprannaturale consiste "banalmente" nelle visioni di un bambino. Kubrick è abbastanza furbo per evitare di schiaffare sotto gli occhi di tutti un trattato di psicologia e cosa fa: mette una porta inspiegabilmente aperta in modo che si dica "vedete, i fantasmi sono reali, Kubrick la prende sul serio", e fa comparire il figurino del protagonista in una foto dove non c'era, dello stile "Il Male c'è e c'è sempre stato", "è in America, era prima degli yankees, prima degli indiani, è là, che aspetta" (Burroughs). In sostanza, un film di rilievo, ma non parlerei mai di capolavoro dell'horror.

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