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Tangerines - Mandarini

Regia di Zaza Urushadze vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Tangerines - Mandarini

di ethan
8 stelle

Con la fine dell'Unione Sovietica, tante ex repubbliche sono diventate indipendenti e si sono costituite in Stati, ma molte di loro hanno subito, a loro volta, spinte separatiste-indipendentiste sfociate in sanguinosi conflitti inter-etnici: uno tra questi scoppiò nella neonata Georgia, nella regione dell'Abcasia o Abkahzia, dichiaratasi indipendente ma non riconosciuta né dalla Georgia, né tantomeno da UE e ONU: è questo lo scenario che fa da sfondo alle storie ambientate in un villaggio dove Ivo (Lembit Ulfask), un anziano falegname e Margus (Elmo Nuganen), sul cui terreno sorge un frutteto, due pacifici abitanti, di origine estone - i soli rimasti dopo lo scoppio delle ostilità tra georgiani, abcasi, sostenuti da russi, e mercenari ceceni - che fanno fronte comune per la raccolta di mandarini. A seguito di uno scontro a fuoco, sul campo sopravvivono Ahmed (Giorgi Nakashidze), ceceno e Niko (Mikheil Meshki), georgiano, entrambi soccorsi, curati e ospitati nella casa di Ivo e poi costretti ad una forzata convivenaz.

'Mandariinid' (titolo originale, molto semplicemente 'Mandarini'), che ha assunto il titolo internazionale 'Tangerines', è un inno alla fratellanza, alla tolleranza e alla solidarietà tra individui diversi, visti tutti come 'vittime' di interessi particolaristici e spinte tendenti a dividere le persone tra di loro, dove l'aspetto puramente umano viene messo in secondo piano rispetto ad altri meramente geopolitici o ancor peggiori dovuti all'odio razziale.

Zaza Urushadze, regista e sceneggiatore del film, autore georgiano con già al suo attivo tre precedenti lungometraggi, dirige quest'intenso dramma pacifista dal budget risicato - 650.000 mila Euro - ma ricco di umanità nel ritrarre i personaggi, loro malgrado coinvolti nel feroce scontro fratricida, che riescono ad instaurare un rapporto che va oltre la loro appartenenza e 'diversità', che purtroppo, dopo qualche sequenza segnata dalla speranza, culminerà nella cieca violenza di un'altra sparatoria, che lascerà altri morti sul terreno.

Immerso nella solenne musica di Niaz Diasamidze, 'Mandariinid' è un piccolo grande film che coglie il segno, evitando toni predicatori, riuscendo, nonostante le brutture che mostra, nell'intento di infondere un messaggio positivo e toccante.

Voto: 7/8 (v.o.s.).

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