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La terra dei santi

Regia di Fernando Muraca vedi scheda film

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La recensione su La terra dei santi

di barabbovich
2 stelle

La 'ndrangheta declinata al femminile. Siamo nella Calabria Saudita, nota come la terra dei santi (anche se sul muro del bunker di un boss latitante campeggia l'immagine di padre Pio, forse perché il film è stato girato a Manfredonia). A fronteggiarsi c'è una magistrata (dato il tema, sforziamoci di concedere al lessico le sue regole) integerrima (Solarino) - che ricorda molto la Golino di Come il vento a cominciare dalle corse sulla spiaggia - e due sorelle: la maggiore (Indovina) ha un marito latitante (Ragno, pessimo come al solito) e un figlio che sta educando secondo la strada paterna (Aiello); la minore (Marra) è vedova e si è risposata con un soggetto da guinness dei primati: la prima notte di nozze la mette incinta e il giorno dopo si fa arrestare dalla Polizia: roba da dover aggiornare la legge di Murphy. La magistrata, dopo che il figlio della più piccola delle due sorelle è stato freddato a colpi di mitra, è decisa a portare via alla donna l'altro pargolo, per darlo in affidamento ai servizi sociali. Apoteosi con l'abbraccio tra il piccolo e la magistrata.
Arrivata fuori tempo massimo non solo rispetto a Gomorra - La serie, che in materia di rapporti tra mafie e donne aveva già espresso molto, ma persino rispetto a La piovra, l'opera seconda di Fernando Muraca (che aveva già firmato una docufiction su Beato Giovanni Duns Scotus) è un feuilleton appassito con scene che sono la brutta copia di molti altri film: dall'iniziazione del ragazzino che urina sulla merce del commerciante sottoposto al pizzo, al rito iniziatico della 'ndrina, tutto sa di precotto e girato con molta approssimazione, con un'incuria pari solo a quella dei dialoghi (il livello è "mmmmh… che bona 'sta limunat! Cumm 'a facisti?" "Chii limun appin pigghiati dall'alber"). Se acquistate il biglietto vi sarà data in omaggio la presenza di Ninni Bruschetta per dare un minimo di senso alla confezione. Mentre Lorenza Indovina, altrove bravissima (Un amore, La vita come viene), non era mai stata così fuori parte.

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