Regia di Pepe Danquart vedi scheda film
Questo ragazzino lo vediamo sempre in fuga… sin dall’inizio è costretto ad abbandonare il padre sotto un ponticello; inseguiti dai tedeschi hanno appena varcato la soglia del ghetto di Varsavia. Il padre, in quell’istante prima di essere ammazzato, ha solo il tempo di dare al figlio un altro nome, di ricordargli di non fermarsi mai più di tanto in un posto, di fingere di non essere ebreo ma di non dimenticare mai di esserlo.
Il ragazzo scappa e non si volta indietro, lo ritroviamo nella foresta con dei coetanei dai quali impara l’arte della sopravvivenza, come rubare dalle cascine, come disinfettarsi le ferite con l’urina, come vivere insomma nella fuga.
Ma in poco tempo i suoi coetanei vengono braccati dalle truppe tedesche, e per caso fortuito riesce a farla franca, fino a quando non incontrerà una donna cattolica, moglie di un partigiano andato a combattere, che lo accudirà, gli insegnerà come far finta ad essere cattolico, e come chiedere, con tanto di rosario, lavoro nelle fattorie.
Anche se non può restare con lei, perchè moglie di un partigiano, questa donna è il decisivo incontro di formazione, perché il ragazzo se ne innamora come un figlio, e piano piano, nelle alterne vicende che lo vedranno protagonista, dimenticherà la sua identità ebraica, dimenticherà i consigli del padre, perché in fondo è innanzitutto un bambino, a cui piace anche giocare, perdersi nell’avventura di chi lo accoglie con amore, ma anche sopportare la sofferenza inflitta da chi invece se ne approfitta di lui, riconsegnandolo ai tedeschi per una misera taglia; ma egli tenterà ogni sorta di resistenza, ogni tattica; nonostante venga mutilato del suo braccio, a causa della trascuratezza di un medico che non vuole operarlo perché ebreo, il ragazzo, pur attraversando momenti di comprensibile rabbia e sconforto, rialza il suo piccolo corpo, e mentre tutto, intorno a lui, vive nel terrore e nella delazione, egli sguscia tra anfratti e vicoli, per continuare a scappare senza meta, perché ovunque vada può incontrare tutto ciò che E', in quel mondo e nel suo mondo, nel bene e anche nel male.
Non è soltanto un film sulla shoah, non è anche una storia vera, ma un film che avendo sullo sfondo la persecuzione degli ebrei, focalizza l’attenzione su come un ragazzino, con le proprie forze aperte alla vita, affronta e incrocia il destino degli uomini.
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