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Unbroken

Regia di Angelina Jolie vedi scheda film

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La recensione su Unbroken

di mc 5
4 stelle

Giusto poche settimane fa, a proposito del bellissimo "Imitation game" si scatenò una piccola diatriba nella quale i detrattori sostenevano che quel film era stato studiato a stavolino per fare incetta di Oscar. Da tale posizione io mi sono già dissociato, anzi diciamo che in ogni caso (ammesso e non concesso) quel film raccontava la vicenda appassionante di uno scienziato che vide calpestati ed umiliati il proprio onore e i propri sentimenti. Adesso invece si presenta il caso, con questa opera seconda di Angelina Jolie, di un lavoro -questo sì!- che risponde ai canoni stereotipati di un super drammone da Oscar. Si tratta di un film senz'anima ma pieno di senso del Sacrificio (del Sacro?) e della Penitenza, che rispecchia non a caso la conversione profonda al cattolicesimo da parte del reale protagonista (Louis Zamparini) e probabilmente anche il grande avvicinamento della Jolie stessa (di cui poco si è parlato) alla religione cattolica durante le riprese del film. E questa svolta spirituale di Angelina trasse linfa infatti anche dai frequenti incontri (pare) tra l'attrice e il vero Zamparini nei suoi ultimi mesi di vita (è scomparso l'anno scorso). Film lunghissimo (oltre 130 minuti) e, se non proprio mortalmente noioso, diciamo che a tratti i tempi vengono fortemente dilatati, a scapito del ritmo per far posto alle esigenze dell'esasperazione ed iterazione delle fasi drammatiche, spesso insistite e proposte ricorrendo a toni e stili in po' oltre le righe, perseguendo l'obbiettivo di lisciare il pelo allo spettatore nel verso del Dramma. Louis Zamparini, di cui il film ci racconta la difficile esistenza, era un ragazzo italo americano con un talento speciale per l'atletica che lasciò la modestissima famiglia per arruolarsi e durante un'azione aerea di guerra successe qualcosa che gli cambiò la vita, decisamente in peggio. Naufragò assieme ad un compagno e trascorse su un gommone in mare aperto 47 lunghi giorni, massacrato dal caldo, dalla fame e con gli squali sempre incombenti. Ma questo fu nulla rispetto a quello che lo aspettava. Fu raccolto dai soldati giapponesi che lo internarono in un campo di concentramento dove fu oggetto di tremende torture (fisiche e psicologiche), E anche qui io ci vedo un riferimento religioso, quasi questo suo estremo Sacrificio possa intendersi come un Percorso di Santità. Estinto il conflitto bellico, Zamparini infatti si dedicò all'attività di predicatore, prima sotto l'insegna della Chiesa Evangelista per approdare poi alla scelta cattolica. Durante la visione, mi ha accompagnato un pensiero costante: ma che capolavoro ne sarebbe uscito fuori se la mano fosse stata quella del Maestro Clint Eastwood? Eh sì, perchè questa storia di un uomo che servì la Patria e sacrificò tutto in nome del suo senso della Grande Nazione mi pare decisamente nelle corde del vecchio Clint. Nelle mani (molto) incerte della Jolie tutto invece si appiattisce in una ricerca spasmodica del Dramma, quasi a voler dipingere il ritratto (ci risiamo) della Vita di un Santo. Chiedo scusa per la deriva forse volgare, ma questo insistere sulla somma di sfighe toccate in sorte al povero Zamparini, alla fine sfiora il ridicolo. Precisiamo una cosa: il film non fa che riportare la sfortunatissima vita vera del protagonista, okay, ma mi pare evidente che la Jolie ci ha marciato alla grande, per sfornare un inno al dolore e alla sofferenza e soprattutto al Sacrificio, che -diciamolo- per un filmone in gara per gli Oscar è un po' come fare un'assicurazione. Se si vuole raccontare l'orrore della guerra, la scelta del Drammone Patinato è la più banale e sempliciotta che si potesse fare. E Angelina proprio questo ha fatto. Cara signora Jolie, il cinema possono provare a farlo tutti, ma il Grande Cinema no. Per quello ci vogliono qualità speciali che lei evidentemente non ha. il Grande Cinema lo lasci fare a Clint Eastwood che ci ha parlato della Guerra in diversi suoi lavori, sempre con un Umanesimo sublime, con senso di Pietà e Poesia. Tutte cose che evidentemente non le interessano o per le quali lei non è attrezzata.
PS: si salvano sicuramente le belle musiche curate dal Maestro Alexandre Desplat (che ormai sta superando il celebre Hans Zimmer, o forse lo ha già superato).

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