Regia di Angelina Jolie vedi scheda film
Una sceneggiatura basata su una storia vera come quella di Zamperini è al tempo stesso semplice e insidiosa, ma già il fatto che sia stata scritta a otto mani ha complicato le cose, nonostante quattro delle otto mani siano dei fratelli Coen, due di LaGravanese (La leggenda del Re Pescatore), e due di William Nicholson (Il gladiatore e Les Miserables).
Non ne guadagna la fluidità narrativa. La storia è coesa (o forse monoespressiva) emozionalmente, con la perenne sofferenza e resistenza eroica nella tragedia più nera, ma gravemente episodizzata. Non si spiega, inoltre, l'interruzione dei flashback dopo l'approccio a salti temporali della prima parte del film.
La storia di Louis Zamperini non ha bisogno di romanzature (e, di fatti, non ce ne sono troppe), ma di una vera regia, mentre la Jolie, aiutata da una buona fotografia, produce belle immagini, ma dirige senza scopo.
Comunque un film riuscito (in America i cinepanettoni si fanno come si deve) e molto potente (del resto, con certi mezzi e certi temi, sarebbe stato difficile il contrario); ben recitato (nonostante l'inglese O'Connell insospettisca nei panni di un italo-americano) e destinato ad ottimi incassi.
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