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Gone Girl - L'amore bugiardo

Regia di David Fincher vedi scheda film

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La recensione su Gone Girl - L'amore bugiardo

di gaiart
8 stelle

Gone Girl

di

David Fincher

 

Vi ricordate il tormentone dei due ingiustificati, almeno nel nome, Salvatori? In realtà due killer. Il primo, Parolisi. O quell’altro di Sarzana, Jemma? O ancora il più recente Carlo Lissi? E migliaia di altri casi. Lista interminabile. In comune sempre la stessa tiritera. Strage familiare, uccisione della moglie. A volte anche dei figli.

E perché? Ma ovvio no!! Per le tettone di gomma piuma, nuove di zecca, di un’amante più giovane. Che barba, che noia.

Eppure tutti questi casi italiani, centinaia ormai, che suscitano enormi quantità di followers di un pubblico scisso tra il perverso, l’indemoniato e il compassionevole, potrebbero essere materiale simile a quello di Gillian Flynn, del suo romanzo L'amore bugiardo, scritto nel 2012.

 

Un film interessante Gone girl, la ragazza scomparsa, suo adattamento cinematografico, (di cui Flynn cura anche la sceneggiatura), costato 50 milioni di dollari. Soprattutto attuale, dati i numeri esorbitanti di femminicidi nel mondo. Bravissimo tutto il cast, così come la capacità di narrazione del regista, l’impianto solido e intenso e, nonostante le impietose 2 ore e venti, pochissimi cali di tensione.

 

Nick Dunne, alias Ben Affleck, nell’occhio a pesce lesso, simile al figone insipido di Parolisi, il fascino del militare!! (che ci troveranno poi tutte ste sue allieve non s’è capito), sposa la “Amazing Amy”. Letteralmente l’amena, fantastica Amy!!!

Scrittrice per l’infanzia, Amy è ricchissima, ma nasconde qualcosa sulla sua “fantasticità”. E’ una psicopatica, e nessuno, nemmeno l’occhio a palla di Affleck, l’aveva capito. Quindi Ben sceglie (casualmente) un’”amantuccia” ben carozzata tra le sue allieve, non di caserma, no qui il livello è più elevato, ma di università!

Il film apre una voragine, un vero e proprio Buco Nero sulla normale accezione di matrimonio in America. E non solo li.

 

In realtà, la storia sembra urlare con orgoglio che a volte, sono proprio le donne a essere delle psicopatiche. E con “Uomini che odiano le donne”, Fincher raddoppia.

Su questo voltafaccia pare basarsi il film dove, non sempre, le apparenze sono tali, dato che l’ingenuo Affleck dorme in piedi e la dolce premurosa moglie di Glenn Closiana memoria, se non fosse per i 20 kili in meno, se lo rigira come un calzino in lavanderia. Sia all’inizio, lui inconsapevole, passi. Sia alla fine del film, lui consapevole che sta con una iena ridens, non passa, e risulta surreale.

Quanto vale poi il ruolo dei media nella gestione, veicolazione e formazione di coscienza collettiva o giudizio che influenzi le giurie, in casi di pubblico dominio? Questo e altri gli interrogativi che si dipanano nel film, nei pochi momenti in cui si riesca a pensare, data la suspence, i continui colpi di scena, i dialoghi taglienti, serrati e le ironiche situazioni, a volte assurdamente - volutamente comiche.

E se Hitchock diceva che un film deve durare quanto la vescica può sopportare: 90 minuti, per questa volta con i 220 di Fincher fatevela pure addosso. Ne vale la pena, se non altro per la paura. Della verità!

 

 

 

 

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