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Belluscone - Una storia siciliana

Regia di Franco Maresco vedi scheda film

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La recensione su Belluscone - Una storia siciliana

di Spaggy
8 stelle

Non è un mistero che da anni Franco Maresco lavorasse a Belluscone - Il film, un documentario che avrebbe dovuto indagare i rapporti che intercorrevano tra l'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi e la sua roccaforte siciliana, un fortino dal quale il suo partito riceveva una mole impressionante di voti durante le diverse elezioni che si sono succedute dal 1994 in poi. Belluscone - Una storia siciliana racconta perché ad oggi quel film non è mai stato ultimato e messo in circolazione: causa diversi guai giudiziari e diversi argomenti che lo hanno sviato dal suo focus, Maresco è caduto in uno stato di profonda depressione che lo ha costretto a rinunciare a tutto. Prova ne è che, nonostante Belluscone - Una storia siciliana sia presentato a Venezia, il regista è rimasto a Palermo e nessuno riesce a rintracciarlo, neanche il caro amico Tatti Sangunetti.

 

Ciccio Mira

Belluscone - Una storia siciliana (2014): Ciccio Mira

 

Tenendo a cuore il futuro di Maresco, Sanguinetti parte alla volta del capoluogo siciliano per tentare di ricostruire cosa ne sia stato del girato del film e di Maresco stesso. Il risultato del suo viaggio è un reportage fatto di indizi e spezzoni di filmati firmati da Maresco e mai prima mostrati. Il papà di Cinico Tv (insieme all'ex partner Daniele Ciprì) ha infatti realizzato centinaia e centinaia di ore di girato, prendendo in esame piste diverse e talvolta sorprendendo per le scelte degli intervistati. Mentre l'intervista a Marcello Dell'Ultri si conclude bruscamente a causa di alcuni problemi tecnici legati a dei microfoni non funzionanti (proprio nel momento in cui l'ex braccio destro di Berlusconi accennava al caso Mattei), quelle che deliziano per la cattiveria delle domande di Maresco e che terrorizzano per la spavalderia delle risposte degli intervistati costituiscono quasi il nucleo portante dell'intero documentario.

 

Nello studiare i legami tra Sicilia e Berlusconi, Maresco si è interessato al fenomeno dei neomelodici palermitani e napoletani, che riscuotono estremo successo nei quartieri più popolari e ad alto tasso mafioso di Palermo (come ad esempio il Brancaccio) e su un losco ma all'apparenza stupido impresario di nome Ciccio Mira. Intervistando Vittorio Ricciardi ed Erik, due neomelodici che hanno composto persino un inno dedicato a Berlusconi, e Mira emerge una realtà fatta di legami e incontri ravvicinati con il contesto mafioso e i suoi esponenti. Canzoni che raccontano di piccoli criminali e concerti dedicati agli "ospiti dello Stato", ovvero ai detenuti, nelle strutture penitenziarie palermitane, lasciano emergere realtà di connivenze a prima vista inaspettate e sottovalutate da tutti. Ancora una volta polizia, carabinieri e forze dell'ordine, sono percepiti dalla popolazione borgatara (e non solo) come nemici da cui tenersi lontani mentre i boss sono gli idoli da adulare, imitare e garantire, o esempi da immortalare nelle melodie di un motivetto banale. Per ironia della sorte, proprio uno dei neomelodici (Erik) vive a Villagrazia, lo stesso posto di cui era originario Stefano Bontade (colui a cui Berlusconi deve l'arrivo a Milano dello stalliere Vittorio Mangano), e ha citato Maresco in giudizio dopo aver scoperto l'uso che avrebbe fatto della sua canzone pro-Berlusconi.

 

Le sequenze dell'intervista a Mira (per dovere di cronaca, finito di recente arrestato a causa di alcune intercettazioni telefoniche legate al caso di Vittorio Ricciardi, neomelodico bandito da Palermo per aver "rifiutato" un saluto a un carcerato), girate in bianco e nero, ci portano poi alla mente il periodo d'oro di Cinico Tv o di Totò che visse due volte: immagini e toni sono sulla stessa lunghezza d'onda e sentire le voce di Maresco che pone le domande pone un senso di tragicomica malinconia, che speriamo di colmare presto.

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