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Il giovane favoloso

Regia di Mario Martone vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il giovane favoloso

di AndrewTelevision01
9 stelle

Recensione scritta a scuola il 20 novembre 2016 per un compito (ho deciso di rileggermela per evitare di copiare errori, anzi ORRORI di grammatica e di levare un paio di dettagli).
Vorrei cominciare questa recensione con una citazione del film:
"Ma che parole vuote.. pessimismo.. ottimismo.. Ma siete voi che dovete dimostrare che questo mondo non sia il peggiore dei possibili"; io non lo sostengo affatto. Chi conosce i limiti della possibilità. Dovete immaginarlo come il pensiero di un filosofo antico.. indiano. (...) Le mie opinioni non hanno niente a che vedere con le mie sofferenze personali. Fatemi la grazie di non attribuire al mio stato quello che si è sopra al mio intervento".

Elio Germano

Il giovane favoloso (2014): Elio Germano

"Il Giovane Favoloso" è un film incentrato sulla vita del poeta Giacomo Leopardi. Il film comincia presentandoci il nostro protagonista: Giacomo (Elio Germano) è un bambino appassionato così tanto dei libri, tanto che il padre Monaldo (Massimo Popolizio) possiede un'intera biblioteca. Il padre è un nobile dalle maniere severe, mentre la madre Adelaide (Raffaella Giordano) è povera di affetti. La città natale di Giacomo, Recanati, viene descritta da quest'ultimo come luogo di depressione. Egli perciò cresce nel suo mondo in maniera sofferente, allontanandosi dai familiari, ma desideroso di condividere i suoi pensieri e le sue scritture con alcuni suoi amici letterati; uno in particolare è Pietro Giordani (Valerio Binasco), il quale ne rimane così tanto colpito, che decide di sostenerlo. In seguito, tramite un falso passaporto, Leopardi tenta di fuggire da Recanati, ma senza successo. Poco dopo, muore improvvisamente Teresa (Gloria Ghergo), la figlia del cocchiere di famiglia, ed egli ne rimane molto turbato, poiché per lui rappresentava la speranza. Dieci anni dopo, le dedica una poesia: "A Silvia". Finalmente, all'età di 24 anni, Leopardi lascia Recanati e grazie al sostenimento di alcuni amici fiorentini, si trasferisce a Firenze, dove incontra Antonio Ranieri (Michele Riondino), un nobile napoletano che lo accompagnerà fino al resto dei suoi giorni da poeta e filosofo. Egli è accompagnato da Fanny Targioni Tozzetti (Anna Mouglalis), dalla quale Leopardi se ne innamora. In seguito, quest'ultimo si sposta a Roma e poi definitivamente a Napoli, dove però si diffonde il colera. I due si trasferiscono in una villa di campagna, vicinissimo alle pendici del Vesuvio. E dopo aver assistito ad un'emozionante eruzione, egli trova l'ispirazione per un'ultima poesia, "la Ginestra", realizzata durante uno stato molto vicino alla morte. Il film si conclude con Leopardi che recita gli ultimi versi della poesia. Il cambiamento culturale, sociale e personale che avviene in Giacomo è proprio quando egli si trasferisce a Napoli, città che, nonostante abbia trascorso pochissima parte della sua breve vita, gli da comunque uno sforzo finale a livello emotivo e l'ispirazione per il suo ultimo capolavoro.

 

Elio Germano

Il giovane favoloso (2014): Elio Germano

Il film mi è molto piaciuto: mi hanno incuriosito molte scene e soprattutto, ho avuto finalmente l'occasione di vedere

quest'eccellenza di film. In un primo momento l'ho trovato un po' spinto (poiché, quando lo vidi la prima volta, non avevo un tale spirito critico da poter capire alcune scene metaforiche), ma questo perché esso va oltre le nostre aspettative. Infatti, ci ritroviamo in un mondo e in una concezione di vita così pessimista, che riusciamo quasi a comprenderla anche e soprattutto nel mondo attuale. L'intepretazione di Elio Germano è estremamente difficile da assumere. Soprattutto perché il pensiero Leopardiano, a parer mio è molto difficile da interpretare, perché cela messaggi e ideologie che non tutti possiamo comprendere al primo sguardo. A livello tecnico, son riusciti a far interpretare la nostra visione di Leopardi come appunto tutti si aspettavano. Leopardi, per come pensavamo fosse, ovvero una persona isolata, con evidenti problemi di salute, che a tratti sembrava essere cinico, ma allo stesso tempo interessato verso sentimenti altrui (una coppia di fidanzati), ovviamente in senso negativo, perché i sentimenti buoni non ne può e non vuole provare. Le sequenze che mi sono piaciute di più sono state l'interpretazione di una poesia nei confronti della natura (dove Leopardi, con un vento approssimativo che lo accompagna, è furioso dei difetti della natura) e l'interpretazione de "La Ginestra", piacere dovuto soprattutto all'atmosfera, al pensiero fisso, da parte di Leopardi, di essere arrivato alla fine della sua esistenza, e le musiche sono azzeccatissime. Ed è per questo motivo che al finale del film, l'applauso è obbligatorio. Un ultimo dettaglio riguardo il film riguarda l'estremizzazione dello stereotipo sui napoletani. Sembra essere un messaggio negativo sulla città, per far passare alcuni pregiudizi per veri, ma allo stesso tempo lo stesso Ranieri riassume e distrugge questo mio "dettaglio"/concetto in una frase, ovvero che i fiorentini vedono dei napoletani il male, quando inr ealtà c'è di peggio anche al nord. E ciò mi ha fatto cambiare idea su questo difetto, che infine non lo è, del film. Il suono del glockenspiel e della chitarra classica son perfetti per rappresentare Leopardi in tema musicale, in senso che rappresentano il suo modo di esprimersi. 

9.

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