Regia di Mario Martone vedi scheda film
E’ un film fatto bene con una buona fotografia e un attore protagonista indubbiamente bravo….ma è un film che non decolla e, forse, non si può neppure pretendere che lo faccia. Mi ricordo alcune similitudini con Hanna Arendt che sconta, a mio parere, gli stessi limiti perché quando devi tradurre in immagini la biografia di qualche personaggio sei inevitabilmente costretto dentro a dei binari e se ci metti del tuo (come regista o sceneggiatore) t’incolpano di aver travisato la verità storica…se non lo fai di essere stato troppo didascalico. Secondo me Martone ha confezionato un buon prodotto cinematografico con degli sprazzi di grande coinvolgimento emotivo solo nella declamazione dell’INFINITO, nella contorcente disperazione lungo il fiume, nello sfogo contro la NATURA (di una folgorante intensità) e nella finale GINESTRA. Forse Martone è riuscito a far amare, anche a chi lo conosceva meno, quest’uomo sfortunato e sensibilissimo…ha svolto diligentemente il compito in classe, ma non è riuscito a dare alla pellicola quell’impronta che fa la differenza tra un bel film e un grande film. Apprezzabile l’accostamento all'ambientazione storica di musiche contemporanee. Personalmente la mia incondizionata approvazione al pensiero leopardiano esce rafforzata.
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