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The Imitation Game

Regia di Morten Tyldum vedi scheda film

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La recensione su The Imitation Game

di michemar
5 stelle

Che il regista Morten Tyldum sia cresciuto professionalmente lavorando più per la televisione che per il cinema lo si capisce subito, sin dalle prime sequenze, ma che lo sceneggiatore Graham Moore abbia già scritto soprattutto per la TV è ancora più evidente. La bellissima fotografia di un esperto direttore come Oscar Faura, già ammirata in film come Agora, Transsiberian, L’uomo senza sonno, risulta così sprecata per un’opera che sembra più fiction che cinema. Dopo un inizio promettente, si avverte che il film stenta a decollare e viene poi totalmente sommerso e direi affogato da dialoghi che sembrano scritti apposta per aver successo in quelle pagine facebook create apposta per casalinghe romantiche e disperatamente sole. La solennità poi con cui vengono pronunciati, complice ovviamente anche il doppiaggio, che spesso in Italia fa più danni che altro, rendono maggiormente solenni quelle frasi pompose.

 

Per fortuna il film viene nobilitato da una grande interpretazione di Benedict Cumberbatch, attualmente l’attore ideale per questo genere di ruoli, sia per la sua bravura sia per la sua innegabile predisposizione a interpretare personaggi in qualche modo equivoci (non perché gay come in questo caso, ovviamente). Inoltre il film migliora vistosamente nell’ultima parte, quando il ritmo aumenta e con esso la tensione allorquando l’infernale e strana macchina, una sorta di embrione del futuro computer, si mette inaspettatamente a dare i primi risultati positivi. Ecco, volendo, la protagonista del film, senza naturalmente minimizzare la figura di Alan Turing, è appunto l’invenzione e la fissazione del matematico inglese: fin quando questi non riesce ad intuire la chiave di lettura dei messaggi cifrati dei tedeschi, Enigma è una macchina costosa e inutile, ma una volta messa in condizione di dare i risultati sperati i venti di guerra (mondiale) girano a favore degli alleati e finalmente il nemico nazista viene definitivamente sconfitto e in anticipo, con il risparmio di milioni di morti, come viene ricordato prima dei titoli di coda.

 

Benedict Cumberbatch

The Imitation Game (2014): Benedict Cumberbatch

L’altro film dedicato a queste importanti vicende fu appunto Enigma, di Michael Apted, ed aveva una impronta da tv movie, questo per buona parte pare una vera e propria fiction, raggiungendo uno dei punti più bassi allorché Alan Turing pronuncia con solennità pomposa: “Ero davvero Dio? No, perché non fu Dio a vincere la guerra, ma noi!”.

 

Benedict Cumberbatch

The Imitation Game (2014): Benedict Cumberbatch

Oltre alla bellissima fotografia come sopra detto, il grande merito del film, va riconosciuto, è quello di aver chiarito e messo in risalto l’ingiusto trattamento subito dal professore matematico a causa delle sue tendenze sessuali in quella società britannica bigotta e sessista. Il personaggio, riabilitato alla memoria solo anni dopo il suo suicidio, meritava di essere più conosciuto e apprezzato dalla gente nella stessa maniera in cui meritava di essere riconosciuto il suo testardo lavoro, osteggiato fino all’inverosimile all’inizio, ma nel contempo meritava anche un film meglio scritto e meglio girato.

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