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The Imitation Game

Regia di Morten Tyldum vedi scheda film

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La recensione su The Imitation Game

di zombi
6 stelle

ragazzi siamo in zona oscar e lo si riconosce da lontano. la confezione eccellente e l(e)accata, gli effetti speciali delle scene di guerra non ingombranti e lasciate a parte(per me anche giustamente)anche se in alcuni momenti in evidente scarsità di mezzi(le fiamme sull'acqua ohibò sembravano dipinte sulla pellicola)gli attori nel loro ruolo e al loro posto per lasciare il palco a benedict libero di misurarsi con un personaggio scomodo come una spina nel piede e solo di recente rivalutato e a cui andrebbe chiesto scusa anche se ovviamente non può sentire, rendono il film dello sconosciuto(a me) morten tyldum, un prodotto hallmark che ha il pregio di non annoiare un solo istante e di tenerti incatenato allo schermo sulle sorti del mitico antenato del computer moderno. la guerra c'è ma qui siamo nelle retrovie a combattere una guerra di numeri. numeri che decreteranno la sorte di molte persone anche una volta che il famigerato codice "enigma" verrà decriptato. non sapevo nulla di turing, ma l'accanimento con cui i britannici si sono accaniti sul loro connazionale che ha sventato i temibili avversari e che ha accelerato la fine della guerra, evitando chissà quanti milioni di morti in più tra militari e civili, è pari solo al terrore che avevano dell'omosessualità. un terrore che probabilmente andrebbe analizzato per spiegare perchè ad un eterosessuale sarebbero stati tributati onori da qui all'eternità, ed invece ad un gay è stata concessa la scelta tra la galera(!!!!)e una tragica e disastrosa cura ormonale e che lo portò al suicidio a soli Q-U-A-R-A-N-T-U-N-O anni. i giochi di guerra, tra spie controllate a loro insaputa, la cecità risaputa di certi militari, il potere "occulto" dei doppiopetti(mark strong sempre grande anche in un piccolo e defilato ruolo), e il segreto di stato durato 50 anni hanno decretato l'affossamento nel dimenticatoio di un uomo speciale che non aveva dalla sua il dono di essere eterosessuale. il film mi è piaciuto anche se avevo molte riserve. anche la keira knightley che di solito mi da fastidio come le zanzare tigre in estate nella bassa padana parmense, qui l'ho piacevolmente trovata a suo agio. disinvolta in un ruolo che le si confà. insomma alla fin-fine una buona serata al cinema

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